Il viso mostruoso ma così familiare di Pippo, maschera grottesca che trasforma il celebre personaggio della Walt Disney in un personaggio horror. Eppure incanta e cattura i bambini, disposti a “giocare” con lui a sfide social, fino a gesti estremi, come il suicidio.
Potrebbe essere lui l’istigatore del suicidio di un bambino di 9 anni, che il 25 gennaio 2021 si è tolto la vita, impiccandosi nella sua cameretta con una cordicella avvolta attorno al collo e appesa a un attaccapanni. La pm Angela Maria Morea che coordina l’inchiesta della procura di Bari e che ipotizza l’istigazione al suicidio a carico di ignoti, nei mesi scorsi ha avviato la rogatoria con l’Irlanda chiedendo al motore di ricerca di sapere quali video il bambino avesse visto negli ultimi giorni e nelle ultime ore prima di morire.
L’ipotesi investigativa è che nella cronologia degli accessi a Youtube ci sia la risposta al gesto estremo, forse proprio una sfida social. Nei dispositivi informatici sequestrati in casa, i telefoni cellulari, un computer e la playstation, i consulenti tecnici nominati dalla Procura non avevano trovato tracce utili, ma sarebbe stato proprio il bambino a confidare ad alcuni amici di avere paura di qualcuno che lo aveva minacciato di andarlo a prendere di notte, se non avesse fatto quello che gli chiedeva.
E probabilmente gli avrebbe chiesto ciò che poi con molta risoluzione ha fatto. La marcata volontà della vittima sarebbe stata evidenziata anche dalla posizione in cui è stato trovato, e che secondo la Procura sarebbe stata consigliata dall’Orco: le gambe piegate, in sostanza, sarebbero state necessarie per compensare la poca altezza dell’attaccapanni. Per questo la pm aveva deciso di coinvolgere la società per risalire a tutti i contenuti visionati, che in parte erano risultati bloccati.
Dall’Irlanda hanno risposto e nelle prossime settimane dovranno essere disposti nuovi accertamenti tecnici tramite la Polizia postale per accedere a quei contenuti. Per farlo, però, la Procura ha bisogno di più tempo e quindi ha chiesto una proroga di sei mesi delle indagini. Il nome di Jonathan Galindo e il suo gioco social estremo sono diffusi in tutto il mondo, e avrebbero spinto più di un bambino all’autolesionismo o addirittura al suicidio.
Gli inquirenti, ora, stanno mettendo insieme tutti i casi simili, sparsi per l’Italia e che evidenziano un legame fra uno strano suicidio, portato a termine da minorenni, e il personaggio con il volto di Pippo. Uno di questi si è verificato a Napoli, un anno e mezzo fa, quando un bambino di 11 anni si è buttato dal decimo piano di un palazzo, dopo aver lasciato un biglietto per la mamma: «Scusami mamma, ho paura dell’uomo nero
Su Youtube sono moltissimi i video, anche realizzati da youtuber, che analizzano il fenomeno, ma il lato oscuro della challenge ancora non è stato disattivato. «Voglio essere il tuo schiavo», «Voglio giocare anche io» e poi cuori, fiamme e migliaia di giovanissimi follower sono l’impronta che il fantomatico personaggio ha lasciato e lascia sui social, tirandosi appresso come un cattivo pifferaio magico, ragazzini incantati e, allo stesso tempo, spaventati.










