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Benessere dei territori, l’Istat promuove l’istruzione barese: unica «eccezione» positiva al Sud

È un divario piuttosto evidente quello tra Nord, Centro e Meridione che emerge dal rapporto Istat “Il benessere equo e sostenibile dei territori - Report città metropolitane - 2024”. L’indagine ha messo a confronto le 14 città metropolitane italiane (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Messina e Cagliari),…

È un divario piuttosto evidente quello tra Nord, Centro e Meridione che emerge dal rapporto Istat “Il benessere equo e sostenibile dei territori – Report città metropolitane – 2024”. L’indagine ha messo a confronto le 14 città metropolitane italiane (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria, Palermo, Catania, Messina e Cagliari), nelle quali vive il 36,2% della popolazione, su alcuni temi come Istruzione e formazione, Benessere economico e Ambiente, ma anche percezione di degrado e di sicurezza e soddisfazione per la vita. Considerando l’insieme delle 62 misure provinciali di benessere relative agli 11 domini del Bes dei territori, nelle città metropolitane del Nord e del Centro, la maggior parte degli indicatori evidenzia condizioni di vantaggio rispetto alla media nazionale, mentre nel Meridione prevalgono gli svantaggi (con l’eccezione positiva di Cagliari). Tra le città metropolitane del Sud, la quota più elevata di svantaggi si riscontra a Reggio di Calabria (79%), seguita da Catania, Napoli e Messina, con percentuali superiori al 70%, e Palermo e Bari poco sotto (67,7 e 64,5).

Reddito e istruzione

Tra i diversi parametri, il report ha analizzato anche l’aspetto economico relativo alla distribuzione del reddito disponibile equivalente. Ad emergere, riporta lo studio, è «il dualismo tra Nord e Mezzogiorno». Considerando invece gli aspetti legati alla «carenza di risorse educative e di difficoltà negli esiti scolastici», sono state rilevate criticità in tutte le città metropolitane del Mezzogiorno, «con l’eccezione positiva di Bari». Milano, invece, «mostra una maggiore carenza di risorse educative rispetto alle altre città metropolitane del Centro-nord, da cui si distacca». Sulla partecipazione al sistema scolastico dei bambini di 4-5 anni, i livelli più alti sono a Napoli, Bari, Reggio Calabria e Cagliari (sopra il 94%). Quelli inferiori a Milano e Roma (rispettivamente 90,7 e 87,3%).

La sicurezza

Bari, Napoli e Palermo risultano ai minimi per la sicurezza percepita dai cittadini. Infatti, le persone che dichiarano di sentirsi sicure o abbastanza sicure nel camminare da sole quando è buio, nella zona in cui vivono, sono rispettivamente il 50,6%, il 52,6% e 53,9% in questi capoluoghi, poco più di una su due. Seguono Roma, Milano e Catania. I risultati più elevati, sul fronte della sicurezza percepita, sono invece a Messina (69,3%), Reggio Calabria (66%) e Genova (63,9%). In generale, comunque, la percezione di sicurezza è minore nei capoluoghi rispetto alla città metropolitana nel suo complesso, ma questa differenza è solo di pochi punti a Milano e Roma. Le famiglie che dichiarano di percepire molto o abbastanza rischio di criminalità nella zona in cui abitano, poi, sono il 57,7% a Napoli, il 42,4% a Bari, il 41,6% a Catania, seguite da Roma (38,6%) e Milano (38%). All’estremo opposto ci sono Messina, città in cui segnala rischio di criminalità il 18,5% delle famiglie, Cagliari (20,2%) ed infine Genova (22,2%).

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