Baritech, trattativa a rischio. Non c’è intesa sui macchinari

Rischia di saltare l’intesa raggiunta fra la ex Baritech e il gruppo bresciano che ha depositato un’offerta vincolante di acquisto per rilevare lo stabilimento della zona industriale di Modugno e assorbire i lavoratori in esubero. Dopo la creazione di una Newco, la Baf srl, per la cessione del ramo d’azienda, le trattative si sono arenate. L’intoppo riguarda il prezzo di cessione dei costosissimi macchinari per la produzione di Melt Blw, lo speciale materiale che servirà per confezionare mascherine, tute e altri prodotti sanitari o componenti industriali. A quanto pare i macchinari hanno subito danneggiamenti la scorsa estate quando la Baritech li ha smontati e trasferiti in un altro sito dopo aver stabilito di fermare la produzione.

La quantificazione del danno e del corrispettivo in capo alla società subentrante ha di fatto bloccato il completamento delle procedure. In assenza di un’intesa è stato rinviato il previsto incontro dal notaio fra la ex Baritech e la ditta Conserva srl che avevano firmato un preliminare di vendita ad un prezzo di circa quattro milioni di euro per la cessione dello stabilimento senza però i 114 dipendenti. Un accordo che ora dev’essere annullato prima di poter procedere al subentro del compratore bresciano. Il tutto mentre scorrono veloci le lancette dell’orologio con il gong di scadenza per la cassa integrazione fissata entro il 31 dicembre. Di qui lo stato di agitazione di sindacati e lavoratori che ieri hanno tenuto l’ennesimo picchetto di protesta dinanzi ai cancelli della ex Baritech. Cgil, Cisl e Uil, chiedono chiarezza ed in particolare di conoscere il nome dell’acquirente che sinora è apparso per procura con la presenza di suoi emissari sui tavoli di trattativa.

Il prossimo, decisivo, è previsto oggi (28 dicembre) alla task force regionale per il lavoro alla presenza del direttore Leo Caroli. Obiettivo smussare gli angoli ed appianare le divergenze fra Baritech e l’investitore del nord. In concreto la riunione servirà, laddove si verifichino le condizioni, a stipulare un accordo quadro con un piano industriale ad hoc. In particolare un cronoprogramma per la messa in attività delle quattro linee di produzioni esistenti ed un intesa con tutti i lavoratori metta in sicurezza salario e posto di lavoro anche rispetto ai tempi morti che si registreranno prima dell’inizio effettivo dell’attività. Il tutto, ovviamente, a condizione che i due attori principali della vertenza chiudano l’intesa sul prezzo di cessione, scoglio quest’ultimo non facile da superare. Sul punto, tuttavia, il direttore della task force Leo Caroli si dice fiducioso e conferma che l’unità di crisi resterà aperta in modo permanente h 24 anche nei giorni di festa per salvare i 114 dipendenti sulla graticola ormai da mesi.

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