Le possibili nuove regole su affitti brevi e strutture extralberghiere accendono il confronto a Bari, dove proprietari e gestori temono un ridimensionamento forzato delle attività nate con il boom turistico degli ultimi anni. La volontà dell’amministrazione comunale, condivisa anche a livello regionale, di intervenire per limitare la proliferazione di nuove strutture, per andare incontro all’emergenza abitativa, viene letta da molti imprenditori come una minaccia diretta agli investimenti già effettuati, tanto da spingerli a ipotizzare la nascita di un comitato a tutela dei propri diritti.
Il dibattito
Il tema è arrivato al centro del dibattito politico e istituzionale perché intrecciato con una criticità sempre più evidente: la difficoltà di reperire alloggi a canone di locazione a lungo termine per studenti fuori sede, giovani coppie e famiglie con redditi medio-bassi. Secondo il Comune, l’aumento degli alloggi destinati alla ricettività turistica avrebbe contribuito a sottrarre immobili al mercato tradizionale, aggravando un’emergenza abitativa già complessa. In questo quadro, nel recente passato è stata anche avanzata l’ipotesi di inserire nei contratti di compravendita una clausola che impedisca, per un periodo iniziale, il cambio di destinazione d’uso degli immobili: una proposta che i proprietari giudicano una lesione del diritto di proprietà privata.
Parallelamente, Palazzo di Città ha messo in campo strumenti alternativi, come il progetto «Canone Giusto», pensato per incentivare i proprietari di immobili sfitti – oltre 20mila secondo le stime – a immetterli sul mercato a prezzi calmierati, offrendo in cambio garanzie sui pagamenti e benefici economici sull’Irpef. Proprio su questo equilibrio tra tutela sociale e libertà d’impresa si è concentrato il lavoro della Commissione Urbanistica, che ha avviato un approfondimento per comprendere se esista una mappatura aggiornata delle attività extralberghiere, perché durante il boom turistico non siano stati effettuati controlli sistematici e quale sia l’andamento concreto di «Canone Giusto». In agenda anche future audizioni di assessori e dirigenti comunali, per individuare soluzioni che non favoriscano un comparto a scapito dell’altro.
La risposta
Sulla questione è intervenuta la presidente di «Aetb» (Associazione extralberghiero Terre di Bari, di Confcommercio Bari-Bat), che ha riconosciuto la necessità di contrastare l’abusivismo, distinguendo però tra le diverse tipologie di attività. Per «Aetb» è fondamentale non criminalizzare gli operatori seri, che creano reddito e pagano le tasse, e mantenere una distinzione netta tra B&B, case vacanze e affittacamere, soggetti a «Scia» e già regolamentate, e semplici locazioni contratte tra privati.
Su circa 4mila strutture extralberghiere, ha ricordato, i bed & breakfast sono poco più di 200, mentre le criticità riguardano gli alloggi concessi in locazione breve senza adeguato rispetto delle norme. «Alcune situazioni sono sfuggite al controllo, tra cambi di destinazione d’uso impropri e un afflusso massiccio di abitazioni gestite senza professionalità. L’attenzione – ha concluso Castrovilli – deve restare sulla tutela dell’ospite, sulla credibilità del territorio e su eventuali correttivi, come un possibile contingentamento per quartieri, che non penalizzi chi già opera regolarmente.
