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Bari, un’altra serranda chiusa: verso la rimozione il chiosco di via De Giosa

Chiude un’altra edicola a Bari, l’ennesima. È lo storico chiosco di via De Giosa, ad angolo con via Imbriani. La polizia municipale, come si legge nella nota della Sinagi Cgil, «ha intimato la immediata rimozione del chiosco al titolare della rivendita di giornali». Sono già due le edicole chiuse in città da inizio anno, cinque hanno abbassato la saracinesca nel 2021. Portando a circa 95 «forse anche meno» dichiara Vito Cariola, rappresentante degli edicolanti di Bari. Due quartieri della città ne hanno zero, Loseto e Ceglie. Una crisi che perdura da tempo e che sta colpendo tutta la città. L’anno scorso ha chiuso anche il chiosco di Poggiofranco vicino alla chiesa Mater Ecclesia. «Il Covid ha peggiorato la nostra situazione, che tuttavia è legata anche alla crisi dell’editoria. Inoltre noi operiamo con un contratto scaduto da oltre dodici anni e gli editori non hanno alcuna intenzione di sedersi a rinegoziarlo». I dati di Unioncamere, nel periodo pre-pandemia ponevano la Puglia in una situazione intermedia rispetto al resto del Paese, lontana dal picco lombardo di 2.370 e dal baratro del Molise dove le edicole sono appena cinquantaquattro. Nel corso del 2021 il Governo ha messo in campo due strumento per sostenere il settore, il bonus edicola e il tax credit, che hanno dato fiato al settore.

In una lettera dell’ottobre scorso al senatore Giuseppe Moles sottosegretario di Stato con delega all’editoria, il sindacato chiedeva il proseguimento delle due misure anche per il 2022, incrementandone la portata economica includendo tra le voci di spesa ammesse anche «l’acquisto di beni strumentali per lo sviluppo tecnologico, spese per mutui o garanzie fideiussorie, contributi previdenziali, recupero quota ammortamento per avviamento, beni immobili e/o costruzioni leggere) ed inserendo meccanismi premiali” con un aumento del tetto massimo erogabile al verificarsi di particolari condizioni (unico punto vendita nel territorio, offerta di servizi aggiuntivi/innovativi ai lettori e ai cittadini, imprese femminili, imprese under 35, imprese localizzate in aree depresse, imprese che investono nello sviluppo del punto vendita)». Senza strumenti di sostegno il settore, avviato da tempo a un lento declino, non riuscirà a riprendersi. Il caso dell’edicola di via De Giosa è solo l’ultimo in ordine di tempo. Il segretario generale del sindacato, Vito Michea definisce il provvedimento una «rimozione irrazionale ed incomprensibile, in quanto assunto nel pieno di uno stato di emergenza nazionale e peraltro nei confronti di una edicola che è collocata nella medesima posizione da più di un cinquantennio».
Il sindacato chiede l’intervento del sindaco «al fine di sospendere il provvedimento di rimozione e di annullare eventuali sanzioni amministrative correlate allo stesso». Ma al netto delle ragioni che hanno portato la polizia municipale a chiederne la chiusura, resta aperta la questione. «Nel quarto municipio – che racchiude i quartieri di Carbonara, Ceglie, Loseto e Santa Rita, per un totale di 40mila abitanti – in dieci anni siamo passati da avere nove edicole ad averne solo due» spiega Cariola che ogni giorno dalla sua rivendita di fronte all’ospedale Di Venere deve fare i conti con una crisi che non demorde e un comparto, quello dell’editoria che non gode di buona salute. Da qualche anno si sta cercando di modificare l’assetto delle edicole fornendo servizi collaterali alla vendita dei giornali, il percorso prevede un processo di digitalizzazione e trasformazione tecnologica del punto vendita. Ma non può bastare. Il 29 settembre il sindacato ha chiesto al Governo l’inserimento del lavoro di edicolante tra le attività gravose. Può apparire retorica ma non lo è. Per chi ha scelto, come noi, di chiamarsi L’edicola del Sud queste sentinelle del territorio sono luoghi in cui si sviluppano processi comunicativi e informativi, non semplici luoghi di acquisto di questa o quella rivista. Per questo il nostro invito è rivolto alle istituzioni perché si possa intervenire insieme.

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