Entrano nel vivo le celebrazione per i 300 anni di Nicolò Piccinni, compositore nato a Bari il 16 gennaio del 1728.
In vista della data, le prossime tre stagioni liriche del teatro Petruzzelli saranno inaugurate da altrettante opere dell’artista barese: “La buona figliola o sia La Cecchina” (gennaio 2026), “Zenobia” (gennaio 2027), “Atys” (gennaio 2028).
Il cartellone, lungo tre anni, è stato presentato stamattina nel foyer del teatro Piccinni alla presenza, tra gli altri, del sindaco di Bari Vito Leccese, dell’assessora comunale alla Cultura Paola Romano, del regista Daniele Lucchetti, del direttore d’orchestra Stefano Montanari e del musicologo Dinko Fabris.
Le celebrazioni si apriranno ufficialmente il 16 gennaio 2026 con un concerto al teatro Piccinni di musiche per soprano solista, coro e orchestra, con gli organici della fondazione teatro Petruzzelli e il soprano di fama internazionale Rosa Feola, che inaugurerà un triennio di collaborazione che la porterà a cantare il ruolo di protagonista nelle successive opere del 2027 e 2028. Direttore dell’orchestra sarà il direttore stabile della fondazione, Stefano Montanari, specialista del repertorio barocco e settecentesco. Regista di tutte e tre le opere inserite nel progetto sarà Lucchetti, noto al grande pubblico per numerosi lavori cinematografici e televisivi.
Per il sindaco Leccese, parte un «percorso che ci porta verso il 300esimo anniversario della nascita di Niccolò Piccinni, un modo per ricordare forse il barese più famoso nel mondo, un grandissimo musicista con una produzione eccellente. Ma abbiamo bisogno di ricostruire un rapporto tra Bari e questo cittadino illustre», ha sottolineato. E per farlo sarà avviato «un percorso culturale e di formazione per i cittadini».
Leccese ha inoltre annunciato che Daniele Lucchetti, regista delle tre opere di Piccinni inserite nel programma delle celebrazioni, «realizzerà anche un docufilm sulla vita di Piccinni insieme ai ragazzi del quartiere San Pio. Un quartiere – ha evidenziato – che vive un senso di distacco dalla città. Queste esperienze servono a ricucire pezzi di città e comunità dal punto di vista sociale e urbano».