Dopo la prima sanzione verso un’auto nera targata Uber Black, la multinazionale californiana si starebbe organizzando per contestare controlli e multe fatte nel capoluogo pugliese. A darne notizia sono le sigle sindacali che rappresentano i tassisti Ugl Taxi, Uritaxi, Tam, Associazione Tutela Legale Taxi, Unione Tassisti d’Italia, Claai, Unione Artigiani, Fast-Confsal, Federtaxi Cisal, Satam, Unica Taxi Cgil. Lo scontro è sulle norme stabilite dalla sentenza numero 56 del 2020 della Corte Costituzionale, a cui Uber si appella sottolineando come non via sia obbligo per l’ncc di rientrare in rimessa prima di nuova corsa. Ma i tassisti non ci stanno.
La risposta
«Non è affatto vero che venga abolito l’obbligo del rientro in rimessa anzi, la Corte Costituzionale con sentenza del 26 marzo 2020 ha ribadito definitivamente che il servizio ncc è di natura locale e ha confermato la legittimità costituzionale di tutte le altre disposizioni contenute nella legge 21/92 che regola il settore del trasporto pubblico locale non di linea – aggiungono – Questa sentenza è menzionata in tutti i dispositivi emanati dal Consiglio di Stato che trattano cause sul rispetto del principio di territorialità. La Corte Costituzionale, diversamente, ha confermato che il servizio ncc è un servizio da rimessa e si rivolge ad una utenza specifica».
La protesta
Per questo, secondo i tassisti, le singole corse ncc devono essere oggetto di prenotazione presso la sede o la rimessa «localizzate obbligatoriamente nel territorio del Comune che ha rilasciato l’autorizzazione, mentre le secondarie, eventuali e facoltative, nel territorio provinciale e, al fine di contrastare il fenomeno dell’abusivismo, ogni corsa deve preventivamente essere inserita nel foglio di servizio. I veicoli Ncc non possono sostare su pubblica piazza, ma attendere le prenotazioni all’interno delle rispettive rimesse». Da qui l’appello alla politica a «scegliere tra lo stare dalla parte del servizio pubblico taxi con tariffe calmierate e a prestazione obbligatoria e gli ncc regolari, o dalla parte della multinazionale pronta a speculare».