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Bari Cronaca

Bari, tossicodipendenti o malati di cuore: tornano liberi i boss della droga

Fuori dal carcere perché affetto da patologie gravi, che sorprendentemente colpiscono una buona fetta dei pregiudicati arrestati con il blitz Codice Interno del 26 febbraio 2024, e da allora detenuti.

Le consulenze

Numerose, continue, le istanze di attenuazione della misura, convertendola negli arresti domiciliari, presentate ai pm della Dda di Bari dagli avvocati dei detenuti, per la maggior parte appartenenti ai clan Parisi – Palermiti del quartiere Japigia. A supporto delle richieste, alcuna delle quali già accolta, consulenze che attestano il difficile stato di salute del detenuto in oggetto. Si tratta di consulenze di parte, firmate da noti psichiatri baresi, che certificano patologie in precedenza mai diagnosticate o improvvisi aggravamenti di situazioni in atto.

La dipendenza

È il caso, ad esempio, di quello che per la Dda è uno dei referenti per lo spaccio al quartiere Japigia di Bari, il cui avvocato ha ottenuto una consulenza in base alla quale avrebbe una dipendenza da sostanze stupefacenti. Per questo, sarebbe incompatibile con il regime carcerario: tornato libero, è stato affidato al Sert (il Servizio per le tossicodipendenze). O di un altro storico affiliato al clan Parisi, che ha chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato nel processo Codice Interno: il medico legale ha improvvisamente cambiato idea sulla sua cardiopatia, troppo grave per restare in cella.

I precedenti

Ci aveva provato Gianni Palermiti, figlio del capo Eugenio e a sua volta padre di Eugenio junior. La sua storia clinica è costellata di malori improvvisi, chiamate d’emergenza al medico di turno, terapie e richieste di scarcerazione. Pochi giorni dopo l’arresto, aveva manifestati i primi sintomi: nausea, mal di denti, svenimenti improvvisi, macchie di sangue sulla maglietta, la perdita di alcune funzioni fisiologiche, fino a quell’intervento alla colonna vertebrale che sarebbe stato eseguito nel 2020 circa, ma che non gli avrebbe impedito, nel 2021, di impennare una grossa moto.

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