Il Tribunale di Bari ha condannato il chirurgo 65enne Giuseppe Garofalo a cinque mesi di reclusione per esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La stessa pena è stata inflitta a Donato Maurizio Di Cosmo, 50 anni, mentre un terzo coimputato, il 31enne Davide Genchi, è stato assolto.
I tre erano accusati di tentata estorsione nei confronti di un architetto di Bari, coinvolto in una controversia civile relativa alla restituzione di una caparra di 360mila euro versata da Garofalo per l’acquisto di una villa. Secondo l’accusa, Garofalo avrebbe incaricato Di Cosmo e Genchi, entrambi pregiudicati, di minacciare l’architetto per costringerlo a chiudere la controversia.
Il Tribunale ha derubricato l’accusa in esercizio arbitrario delle proprie ragioni, condannando Garofalo e Di Cosmo a una pena più lieve (con sospensione condizionale) e disponendo il risarcimento in sede civile nei confronti della parte lesa.