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Bari, è allarme per le liste d’attesa: «Visite urgenti garantite solo al 23% dei pazienti»

Visite urgenti garantite solo a 23 pazienti su 100 a Bari e provincia, con un residente su due nell’area metropolitana che non passa più per i Cup per prenotare una visita, ma sceglie di affidarsi ai privati. È il preoccupante quadro sulle liste d’attesa presentato da Cisl e Cisl Fnp nel corso dell’assemblea pubblica a…

Visite urgenti garantite solo a 23 pazienti su 100 a Bari e provincia, con un residente su due nell’area metropolitana che non passa più per i Cup per prenotare una visita, ma sceglie di affidarsi ai privati. È il preoccupante quadro sulle liste d’attesa presentato da Cisl e Cisl Fnp nel corso dell’assemblea pubblica a Palazzo di Città.

I dati

Nel capoluogo pugliese e in provincia, nel primo semestre del 2024, la visita urgente prescritta con lettera U è stata garantita nei tre giorni previsti mediamente solo al 23% dei cittadini. Dello stesso tenore i dati relativi alle visite brevi (B), garantite nello stesso periodo in media al 30% delle prenotazioni nella provincia di Bari.

«Per chi non ha soldi per curarsi o per chi non ha una polizza sanitaria in tasca, la rinuncia alle cure è più sicura di una prenotazione ai nostri Cup ormai dei veri e propri gironi infernali danteschi di attese – commenta il segretario provinciale confederale della Cisl, Giuseppe Boccuzzi – Cosa significa garantire un tempo medio di attesa per una colonscopia totale con codice U (3gg) a 148 giorni, oppure una visita cardiologica con codice B (10gg) a 101 giorni o una risonanza magnetica dell’Encefalo con codice B a 152 giorni, se non un attentato alla vita e alla salute delle persone?».

Le proposte

Eppure una soluzione per contrastare questa gestione della sanità pubblica esisterebbe. Si tratta della legge 107 del 2024, che «evita di scaricare sui cittadini la colpa dell’incapacità gestionale e politica a risolvere il tema delle liste di attesa», spiega il segretario provinciale, ed esonera gli stessi «dal pagamento di prestazioni sanitarie sia nel pubblico, sia nell’intramoenia e sia nel privato accreditato».

Il sindacato invita a prendere spunto da una determina del 24 dicembre 2024 dell’Asl sarda dell’Ogliastra, che ha previsto la possibilità per i cittadini di chiedere rimborsi all’Asl quando costretti a ricorrere al privato per l’impossibilità di accedere alle cure pubbliche. «Garanzie di tutela e azioni concrete – sottolinea il segretario provinciale della Fnp di Bari e Bat, Enzo Lezzi – per la cui esigibilità chiediamo che il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, vigili affinché le stesse possano anche in Puglia essere garantite».

I provvedimenti

Sono stati presentati ieri intanto i primi ricorsi per il riconoscimento di alcune istanze di rimborso avanzate dai cittadini e rigettate dall’Asl di Bari, «malgrado quest’ultima non abbia rispettato per la prenotazione richiesta i tempi di attesa prescritti dal medico curante», spiega Lezzi. Di qui la richiesta degli organi di rappresentanza che ai cittadini per i quali non sarà rispettata la tempistica identificata per classi di priorità di erogazione, l’Asl debba garantire la stessa prestazione in intramoenia (la libera professione dei medici nello stesso ospedale) o con il sistema privato accreditato e il cittadino dovrà pagare solo il ticket, se non è esente.

«La Cisl Bari Bat dopo un anno di mobilitazione e di accompagnamento dei cittadini in un percorso di riaffermazione del diritto alle cure e alla salute – conclude Boccuzzi – non arretrerà di un millimetro in questa battaglia di civiltà fino a quando le prenotazioni ai Cup siano rispettose delle leggi e della dignità di un cittadino che chiede salute».

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