Sarà Simonetta Musitano, attrice e stand-up comedian calabrese, la madrina dell’edizione 2025 del Bari Pride, in programma sabato 21 giugno, con raduno previsto nella centralissima piazza Umberto alle 15.
La manifestazione, organizzata dal Coordinamento Bari Pride, proseguirà con un corteo a partire dalle 16 attraverso le vie del centro cittadino, che prevede anche una fermata simbolica davanti alla Prefettura, per rientrare in piazza Umberto.
Il programma è stato presentato stamattina alla presenza, tra gli altri, del sindaco Vito Leccese.
Dopo il corteo è previsto un comizio conclusivo e una festa di piazza aperta a tutta la città.
«Sfileranno i membri della comunità, ma anche i cittadini perché il Pride è di tutti», ha spiegato Federico Barbarossa, della segreteria organizzativa Bari Pride. «Speriamo – ha aggiunto – che quest’anno sia particolarmente esteso. Abbiamo organizzato anche una fermata simbolica davanti alla Prefettura in occasione della quale sarà spenta la musica e avvieremo un momento di riflessione e di protesta pacifica nei confronti del governo».
Quanto al comizio finale, è prevista la partecipazione di numerose associazioni fra le quali Famiglie arcobaleno, Zona Franka e La giusta causa.
Le novità, ha aggiunto Ciro Saracino, anche lui della segreteria organizzativa, «non sono tanto nella manifestazione, quanto negli scenari politici che ci sono in Italia e nel mondo, con governi sempre più repressivi».
Per questo il Pride 2025 ricorderà anche «tanti popoli oppressi, come quello palestinese», ha aggiunto evidenziando «che le lotte di tutte le persone oppresse devono essere unite».
Nel suo intervento, il sindaco Leccese è tornato sulla polemica scoppiata ieri nel Consiglio comunale di Bari a seguito di una mozione che chiedeva di non concedere il patrocinio alla manifestazione. Ieri, ha detto il primo cittadino, «il Consiglio comunale ha resistito con orgoglio al maldestro tentativo di un’azione politica che ritengo inammissibile. Bari non può tornare indietro, bisogna stare lontani dai diritti civili. Qualunque tentativo di aggressione a questi diritti deve essere respinta con fermezza e orgoglio».
La mozione è stata presentata da un esponente della Lega in Consiglio comunale ed è stata respinta con 19 voti. «Bari – ha proseguito Leccese – nel 2003 ha ospitato il Pride nazionale, prima tappa di un percorso che la città ha voluto accompagnare con forme di tutela piena dei diritti civili. Dal 2003 – ha aggiunto – resistiamo con orgoglio. Sui temi dei diritti civili non si torna indietro, da dieci anni abbiamo avviato un tavolo di confronto e promozione che ha prodotto iniziative interessanti».
Leccese ha anticipato che «l’amministrazione ci sarà non solo con il sindaco, ma con una presenza istituzionale che esprime la condivisione piena di un percorso avviato da 22 anni. Non indosserò la fascia tricolore, ma quella arcobaleno». Leccese ha infine ricordato che «Bari è stata la prima città italiana a dotarsi di uno statuto nel 1991, dopo la riforma» e che «nei principi fondamentali è scritto che è una comunità aperta, che riconosce i diritti di tutti e promuove la tutela dei diritti umani. Questo è fondamentale ricordarlo sempre».
Sulla questione dei diritti è intervenuto anche Barbarossa, evidenziando che «c’è qualcuno che non vuole impegnarsi nei confronti delle nostre istanze. È stato detto che il Pride è divisivo. A questo rispondiamo che in democrazia si deve poter manifestare per i propri diritti».
Il Pride, ha aggiunto, «è sempre stato appoggiato dalle istituzioni, abbiamo il sostegno di moltissimi. Abbiamo il sostegno della Regione Puglia e anche quello dell’Ordine regionale degli psicologi, al quale teniamo molto». Il motivo, ha concluso, è che «ci sono ancora professionisti che provano a praticare terapie di conversione, o che guardano la nostra identità in modo patologico. Invece, con questo patrocinio, l’Ordine prende posizione dicendo che essere parte della nostra comunità non è una patologia, ma espone a trattamenti stressanti ce possono causare malessere psicologico».