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Bari, ristoratori contro le nuove tariffe per i dehors: «Non siamo polli da spennare»

«Come si può pensare che noi ristoratori siamo dei polli da spennare?». È stata approvata solo da pochi giorni la nuova delibera per le tariffe sull’occupazione del suolo pubblico, dopo l’ok della Giunta comunale di Bari, ma gli aumenti stanno già facendo discutere. Si tratta di una variazione che, dopo essere sottoposta al vaglio del Consiglio comunale, porterebbe (nel biennio 2025/2026) le attività nelle zone con fascia più alta a raddoppiare le spese per il canone unico patrimoniale (Cup): un adeguamento dei coefficienti che nel 2026 porterà la tariffa al costo di 35 centesimi giornalieri al metro quadro per le occupazione nella zona ritenuta di maggiore prestigio secondo la classificazione del regolamento.

«Gli aumenti sono spropositati – commenta Gianni Del Mastro, rappresentante dell’Unione ristoratori – Chi è nel centro della città ovviamente subirà di più, ma la stragrande maggioranza dei locali sono in realtà concentrati in quella zona. È impensabile che un aumento di queste dimensioni lo si possa concepire in tempi così ristretti».

Un settore in affanno

Negli ultimi anni, hanno spiegato dal Comune, l’amministrazione ha voluto agevolare le attività economiche già provate dalla dall’emergenza sanitaria e dalla guerra, ma ora con la crescita intrapresa dalla città di Bari grazie alle politiche di attrazione e sviluppo «si è ritenuto opportuno procedere a un adeguamento graduale delle tariffe». Una visione che non terrebbe conto di un quadro generale più ampio. «In prima istanza, non tutti i locali sono baciati dalla fortuna – commenta Del Mastro – Poi non si tiene conto che gli incrementi non riguardano solo questo aspetto. Il Governo ci ha aumentato per legge la Tari, la Soget sta inviando una quantità di sanzioni spropositata, rispetto a pagamenti relativi al passato di cui non si è capito nulla, e ci sono ancora i debiti derivanti dal microcredito che noi abbiamo chiesto durante la pandemia. C’è anche un aumento generalizzato dei costi delle materie prime e utenze che sono più che raddoppiate. Tutto questo metterà molti locali in condizioni di estremo affanno».

L’aumento delle tariffe

Una delle critiche sollevate dal rappresentante dei ristoratori baresi riguarda la drasticità dell’aumento, che sarebbe invece potuto avvenire in maniera più graduale. «Un esercente che ha un attività in via Sparano – spiega Del Mastro – ha fatto un calcolo: pagherebbe per 20 mq, nel giro di due anni, quasi 20mila euro. Ora la spesa è poco al di sotto dei 10mila euro. Per le tariffe alte, di fascia A, il raddoppio comporta un bel sacrificio. Questo è un settore che va salvaguardato, non decimato».

La delibera approvata prevede, infatti, la rimodulazione del prelievo applicando ai coefficienti base per tipologie di occupazione una variazione da 0,12 a 0,18 nel 2025 e da 0,18 a 0,24 per il 2026. Questo coefficiente si moltiplica al coefficiente differenziato per zone della città, come da regolamento.

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