«Credo in questo progetto. Vorrei che questo teatro camminasse con le proprie gambe e servisse per rivitalizzare il quartiere, e non solo». Michele Fuzio è orgoglioso del progetto, che porta la sua firma, di riqualificazione del cineteatro del Redentore, nel cuore del popoloso quartiere Libertà.
I finanziamenti
Un progetto finanziato con poco più di due milioni di euro, provenienti dal fondo europeo di sviluppo regionale (Fers). Un cineteatro che forse conoscono in pochi e che dalla prossima primavera, data in cui è prevista la conclusione del primo stralcio dei lavori, riprenderà vita «affidandolo in gestione a persone del mestiere», afferma il direttore del Redentore, don Pasquale Martino che, nel frattempo, non ha mai negato gli spazi del cortile o altre aree dell’istituto a chi ha voluto allestire iniziative, concerti ed eventi di vario tipo; rammaricato però, di avere visto giungere al Redentore persone da ogni quartiere della città, a eccezione di chi il Libertà lo popola e lo vive tutto l’anno.
«Il cinema era fermo da almeno 40 anni – racconta don Pasquale – Lo si sta ristruttrando con questo progetto grazie a una società che fa capo ai noi salesiani e alla Cobar, impresa di costruzioni di Altamura. Assieme presentammo questo progetto e ora lo stiamo realizzando. Come termine ultimo dei lavori potremo arrivare a ottobre 2026, essendo riusciti a ottenere una proroga della consegna dei lavori, ma penso sarà pronto prima».
Il crono programma
In un primo momento i lavori dovevano ultimarsi a fine anno, ma grazie a una proroga il cineteatro tornerà a brillare già dalla primavera 2026. «Prevediamo di chiudere il cantiere prima dei termini», afferma il progettista. Ma non finisce qui. Perché la prima tranche dei lavori prevede la consegna della galleria, del foyer e del palco che avranno poi bisogno di un allestimento ad hoc, con una dotazione più ampia, affinché il cineteatro diventi un centro di cultura polifunzionale e venga dotato anche di un punto ristoro.
«A breve – dice Fuzio – il Cnr occuperà alcuni locali della ex Manifattura tabacchi, ma sarà privo di spazi per la convegnistica. È auspicabile che si rivolga al Redentore per promuovere questo tipo di iniziative». Poi «personalmente vorrei che il cineteatro del Redentore diventasse una vera e propria scuola di danza, di musica, di regia, di arti sceniche a tutto tondo, in modo da dare opportunità, soprattutto ai ragazzi, di scoprire le proprie vocazioni artistiche».
La nuova scommessa
Con queste premesse, il gruppo di aziende che ha creduto nel progetto ora tenterà di ottenere altri fondi accedendo ai bandi dei Por/fers «Radici e ali», nati a sostegno alle imprese delle filiere culturali, turistiche, creative e dello spettacolo. Fondi che fanno da collante per il territorio funzionali anche al recupero della socialità e a contrastare la povertà culturale.