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Bari riapre le porte di Palazzo Starita: storia, cultura e arte nel cuore della città vecchia

Dopo anni di attesa, Bari può finalmente riscoprire uno dei suoi edifici storici più suggestivi. Questa mattina, in piazza del Ferrarese, è stato inaugurato Palazzo Starita, complesso settecentesco costruito sui resti di un antico Arsenale, che si affaccia su piazza Mercantile, via Venezia e il loggiato del Palazzo del Sedile, diventando un punto di raccordo…
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Dopo anni di attesa, Bari può finalmente riscoprire uno dei suoi edifici storici più suggestivi. Questa mattina, in piazza del Ferrarese, è stato inaugurato Palazzo Starita, complesso settecentesco costruito sui resti di un antico Arsenale, che si affaccia su piazza Mercantile, via Venezia e il loggiato del Palazzo del Sedile, diventando un punto di raccordo tra la città vecchia e il borgo murattiano.

Il palazzo, acquisito nel 2016 dalla Fondazione Puglia, è stato oggetto di due anni e mezzo di lavori di consolidamento statico e riqualificazione funzionale, sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Bari.

Il progetto di recupero, curato dalla Cobar Spa, interessa il primo e il secondo piano, destinati a spazi espositivi per mostre e iniziative culturali, mentre il terzo piano ospita gli uffici della Fondazione. Il palazzo comprende inoltre un roof garden, un caffè letterario con accessi da piazza del Ferrarese e piazza Mercantile, e la storica loggia sul Palazzo del Sedile.

Per l’occasione, è stata inaugurata la mostra fotografica di Giuseppe Corcelli “Old Bari by Night”, che celebra la bellezza e l’unicità della città vecchia, promuovendone la tutela culturale e turistica. L’esposizione sarà visitabile gratuitamente, su prenotazione, fino a venerdì 19 dicembre 2025.

Le dichiarazioni

All’inaugurazione presenti il sindaco di Bari Vito Leccese, il presidente della Fondazione Puglia Antonio Castorani, la direttrice generale Ada Pizzi e l’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano.

«Palazzo Starita è uno degli edifici storici più importanti della città – spiega Vito Leccese –. Dai primi decenni del Settecento domina lo spazio tra le due principali piazze del centro storico, piazza Mercantile e piazza del Ferrarese, e in passato è stato anche sede municipale. La riqualificazione funzionale di questo luogo restituisce alla città un nuovo contenitore culturale, che si unirà idealmente agli altri edifici in fase di completamento: il Teatro Margherita, l’ex mercato del pesce, il molo Sant’Antonio, il museo di Santa Scolastica con la grande installazione di Tresoldi. Progressivamente, tutta quest’area assumerà una connotazione culturale ben definita, capace di accrescerne e qualificarne il valore complessivo».

Tutti hanno sottolineato l’importanza del palazzo non solo come bene storico, ma come simbolo di memoria e futuro culturale della città, in dialogo con altri progetti come il teatro Margherita, l’ex Mercato del pesce e il museo di Santa Scolastica.

«Simbolo di memoria e bellezza, Palazzo Starita rappresenta un bene che continua a raccontare chi siamo. La sua rinascita – afferma Antonio Castorani – è il risultato di un percorso di competenze e passioni condivise, inoltre è un punto di partenza per nuove opportunità culturali e sociali al servizio del territorio. Il suo recupero contribuisce a rafforzare l’identità culturale della nostra comunità, perché l’edificio, così ricco di storia, è un patrimonio che appartiene a tutti».

Palazzo Starita, con la sua storia che attraversa tre secoli, dalle origini settecentesche fino agli interventi del XX secolo, rappresenta oggi un nuovo polo culturale aperto a cittadini e turisti, un luogo in cui memoria, arte e comunità si incontrano.

«Da oggi – conclude Ada Pizzi – la città di Bari potrà fruire di un altro importante luogo di cultura che, dialogando con i musei circostanti, valorizzerà ancora di più il territorio nella speranza di accompagnare le passeggiate dei baresi e dei numerosi turisti, considerando anche la sua posizione unica prospiciente il mare. Ridare vita a un luogo simbolo significa preservare la nostra memoria e investire nel domani, realizzando un esempio virtuoso che dialoga con le esigenze contemporanee, creando un luogo aperto alla città».

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