«Il rettore Bellotti ha deciso di chiudere le porte del senato accademico agli studenti». La denuncia arriva dagli studenti universitari di Bari che stamattina hanno organizzato un presidio sotto la sede del rettorato. Un silenzio che arriva «dopo che ci é stato promesso che una nostra delegazione sarebbe potuta salire a presentare le mozioni per l’osservatorio contro la militarizzazione, contro le aule sovraffollate, e per una presa di posizione pubblica dell’UniBa contro il ddl 1627» spiegano dall’associazione Cambiare rotta.
Roberto Bellotti «è sceso», ma non per parlare con gli studenti «bensì cercando nuovamente di evitare il confronto», poi ottenuto «grazie alla nostra sollecitazione». Le risposte ricevute, però, «sono state alquanto vaghe». Gli studenti parlano di un’indisponibilità del rettore ad affrontare temi come il sovraffollamento delle aule, i «servizi inefficienti» e il ruolo di un’università «che ancora intrattiene accordi con lo Stato terrorista di Israele e con l’industria bellica».
Il silenzio del rettore «oggi si inserisce perfettamente nel clima di repressione che si respira in queste ultime settimane», evidenziano, sottolineando che «quello che abbiamo ricevuto ancora una volta sono state parole vuote e non fatti».
La mobilitazione di studenti, docenti e personale amministrativo «non si fermerà qui – annunciano – perché solo la lotta porta a risultati concreti. Per questo saremo in piazza il 14 novembre in occasione della giornata dello studente, nel terzo atto del No Meloni Day». Inoltre, concludono, «saremo al fianco dei lavoratori il 28 novembre, per lo sciopero generale indetto dall’Usb, e il 29 novembre per una grande manifestazione nazionale a Roma, perché gli studenti e i lavoratori sono figli della stessa rabbia».










