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Prelievi e terapie domiciliari ma a spese del Policlinico di Bari: indagati 10 infermieri

Le iniezioni e i prelievi di sangue a domicilio, ma a spese del sistema sanitario nazionale. Per anni, secondo quanto ricostruito dalle indagini dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, 10 infermieri avrebbero utilizzato il materiale del reparto in cui lavoravano, per attività professionali all’esterno, incassandone il compenso. L’inchiesta Secondo quanto accertato dai…
infermieri

Le iniezioni e i prelievi di sangue a domicilio, ma a spese del sistema sanitario nazionale. Per anni, secondo quanto ricostruito dalle indagini dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari, 10 infermieri avrebbero utilizzato il materiale del reparto in cui lavoravano, per attività professionali all’esterno, incassandone il compenso.

L’inchiesta

Secondo quanto accertato dai finanzieri, per almeno due anni, e fino al 2017, i 10 avrebbero sottratto dagli armadietti del Centro di Emofilia e Trombosi del Policlinico di Bari tutti i supporti utili per effettuare prelievi e altre terapie, a casa degli stessi pazienti in cura al Centro, ma facendosi retribuire per questo. E creando, di conseguenza, un danno economico all’azienda ospedaliera Policlinico. Nelle scorse ore, il pm titolare del fascicolo, Marco D’Agostino, ha fatto notificare dalla finanza un avviso di conclusione delle indagini ai 10.

I nomi

Sono indagati per peculato: Marcella Sofia, 64 anni, di Milazzo, Vittoria Diana, 71 anni, di Bari, Michele Pertoldi, barese di 52 anni, Emilia Morisco, 67 anni, di Modugno, Giuseppe Daraio, barese di 58 anni, Concetta Modarelli, 71enne della provincia di Matera, Angela Capalbo, materana di 53 anni, Carmela Battista, 54enne di Bari, Francesco Paolo Marasà, 54enne di Enna, e Rosa Battista, 47enne di Bari.

Il precedente

Per sette anni avrebbero portato via farmaci di ogni genere, siringhe, flebo, cateteri, port-a-cath, garze, pannoloni, traverse e altro materiale per “alimentare” l’attività domiciliare in nero (prelievi in casa, medicazioni, somministrazioni di flebo, eccetera) che svolgevano quotidianamente. I predoni dell’Oncologico di Bari, sorpresi a settembre 2023 dagli agenti della polizia giudiziaria, coordinati dal pm Ignazio Abbadessa, sono ora a processo.

Le indagini

L’inchiesta fu avviata a seguito di una denuncia da parte di una dipendente dell’IRCCS Giovanni Paolo II arrivata nel 2020. Gli agenti decisero quindi di procedere con le perquisizioni, eseguite nel mese di giugno 2021 e culminate con il sequestro di ingenti quantità di presidi medico-ospedalieri di appartenenza del nosocomio e, dunque, pubblica.

Le indagini sono poi proseguite con intercettazioni telefoniche e ambientali audio/video all’interno dei locali del reparto di Oncologia Medica, anche grazie alla collaborazione dei dirigenti del IRCCS. Gli stessi dirigenti che hanno seguito con attenzione anche il caso del Policlinico di Bari.

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