Per la prima volta ha fatto tappa in Puglia, stamattina, il Premio nazionale Paolo Borsellino che si pone l’obiettivo di ricordare l’impegno del magistrato e del collega Giovanni Falcone, così come quello di tutti gli appartenenti alle forze dell’ordine, vittime innocenti di mafia. Trasformando, così, quel ricordo in azioni concrete per il futuro dei giovani.
Il Premio è arrivato a Bari grazie alla collaborazione con la Uil Puglia. La giornata di commemorazione è cominciata davanti al murale donato dal sindacato e dedicato ai giudici morti negli attentati di Capaci e via D’Amelio.
Presenti, tra gli altri, il sindaco di Bari Vito Leccese, il procuratore Roberto Rossi, Lella e Pinuccio Fazio (genitori di Michele, vittima innocente di mafia) e il questore Massimo Gambino.
«Ricordare – ha detto Rossi – vuol dire rinnovare un impegno che tutti noi mettiamo in campo contro la criminalità organizzata. Occorre inoltre rinnovare l’importanza di una magistratura indipendente, come è stata in passato di fronte a certi poteri».
Pinuccio Fazio ha spiegato che è «un onore essere parte del premio nazionale Borsellino, con loro ho girato tutte le scuole dell’Abruzzo. Continueremo a camminare con la magistratura e le forze dell’ordine perché non abbiamo paura della criminalità organizzata, sono loro che devono temerci». Sua moglie Lella ha rivolto un appello a tutte le mamme, «soprattutto a quelle del mio quartiere [Bari vecchia, ndr], perché se vogliamo salvare i nostri figli dobbiamo collaborare e mai voltare lo sguardo».
Il sindaco Leccese ha sottolineato che «il valore della legalità è fondamentale per la coesione di una comunità». Parlando della presenza di Pinuccio e Lella Fazio, Leccese ha ricordato che «sono testimoni di una città che negli anni Ottanta e Novanta ha attraversato momenti difficilissimi, con alcune zone presidiate militarmente dai clan. Quella città ha fatto moltissimo per affrancarsi grazie all’impegno di tutti». Il sindaco ha ringraziato Pinuccio e Lella Fazio «per quello che fanno e per il messaggio che portano in tutta Italia. L’impegno delle forze dell’ordine e della magistratura non basta se non c’è un impegno civico che accompagni le loro attività. Per noi legalità significa non solo contrastare la malavita, ma anche offrire un’opportunità a chi sbaglia», ha concluso Leccese.
A margine della cerimonia il procuratore Rossi ha ricordato che «la Costituzione, così come è stata costruita dai nostri padri costituenti, serve per rendere la magistratura veramente indipendente da tutti i poteri, compresi i poteri mafiosi».
Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se la riforma che prevede la divisione delle carriere nella magistratura possa incidere anche sulla lotta alle mafie, Rossi ha affermato: «Andare a eliminare quell’equilibrio alla fine non può che portare a una minore indipendenza della magistratura, a una minore forza nei confronti della della lotta alla criminalità organizzata».
La giornata è proseguita al liceo Bianchi-Dottula per lo spettacolo di teatro civile “Stoc Ddò”, che racconta la storia di Michele Fazio, esempio di coraggio e di trasformazione del dolore in impegno, testimonianza viva contro ogni forma di criminalità.