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Bari, 20mila appartamenti sfitti e famiglie senza casa: confronto tra Comune e sindacati

Studenti e lavoratori fuori sede, giovani coppie, famiglie il cui reddito supera i 15mila euro e quindi non hanno diritto alla casa popolare, ma semmai non guadagnano più di 20mila euro l’anno. Insomma una buona fetta di popolazione che è alla disperata ricerca di un alloggio. Eppure gli alloggi sfitti a Bari sarebbero 20mila circa.

C’è qualcosa che non funziona se da un lato ci sono proprietari di alloggi che preferiscono tenerli sfitti o optare per la locazione turistica e dall’altro migliaia di lavoratori, studenti famiglie che non riescono a trovare una casa in affitto. L’amministrazione comunale di Bari se pure in ritardo rispetto al suo insediamento avvenuto un anno fa, ha deciso di incontrare in due rispettivi incontri i rappresentanti del sindacato degli inquilini (Sunia, Sicet e Uniat) e quello dei proprietari di casa (Appc).

I sindacati degli inquilini

«Abbiamo chiesto al sindaco di adottare una norma che limiti la diffusione di immobili a uso turistico. Qualcuno ha eccepito che non si può limitare la proprietà privata ma questo non è vero perché la Costituzione riconosce la proprietà privata ma nei limiti dell’interesse pubblico. Limitare quindi le locazioni ad uso turistico – ribadisce Angelo Garofali, segretario Sunia – oggi se vuoi una casa popolare devi guadagnare sui 15mila euro quindi la fascia del ceto medio che non può accedere all’edilizia pubblica, non riesce a trovare una casa. Noi dobbiamo dare risposte. Ricordo un cartello affisso sul portone di casa al Libertà, recitava: Il mio sfratto, il tuo bnb».

Ma il problema è anche quello delle migliaia di appartamenti sfitti, perché i proprietari non li vogliono dare in affitto. «Forse perché non si fidano degli inquilini, ma anche perchè la proprietà è così parcellizzata che non si mettono d’accordo sul da farsi. Noi ci auguriamo che con il Comune, l’Anci, la Regione, le prefetture si addivenga a adottare misure per immettere sul mercato tutti questi appartamenti sfitti, limitare la diffusione delle locazioni turistiche e dare maggiori garanzie a proprietari e inquilini».

I proprietari

Le proposte che i proprietari di casa hanno fatto al sindaco e all’assessore Grasso si possono così sintetizzare. «Fare una campagna informativa – spiega il rappresentante Giuseppe Simone – rivolto ai proprietari di casa, in modo che conoscano meglio il nuovo accordo territoriale di Bari, sottoscritto lo scorso marzo che prevedi canoni di locazione più alti rispetto al precedente accordo, potrebbe essere un incentivo per contrastare il dilagare delle locazioni turistiche. Altra misura potrebbe essere quella di ridurre ulteriormente l’aliquota Imu prevista per i contratti a canone agevolato dal 2 al 2 o 1 per mille in modo da incentivare i proprietari a optare per i contratti a canone agevolato rispetto agli affitti turistici».

Il Comune

L’assessore all’Emergenza abitativa, Nicola Grasso ha giudicato gli incontri proficui. «Il nostro intento è avviare anche una campagna informativa per cercare di fare in modo di reperire alloggi sfitti, vuoti o destinati per ora a case vacanza per far in modo che possano essere destinati al mercato degli immobili da affittare e che oggi hanno prezzi molto alti in quanto c’è molta domanda e poca offerta. Vorremmo cercare di incentivare i proprietari a mettere sul mercato degli affitti nuovi immobili. Su questo stiamo lavorando per ridurre l’Imu, promuovendo l’utilizzo del canone concordato e attraverso altre forme di incentivo magari dando vita a un fondo di garanzie nei confronti degli inquilini».

Entro fine ottobre uscirà la graduatoria definitiva degli alloggi Erp, nella prima settimana di ottobre ci sarà il bando per il contributo alloggiativo, 3 milioni e 600mila circa.

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