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Mafia e politica a Bari, Olivieri in aula: «Con Emiliano un patto per indebolire la destra»

È stato un interrogatorio “fiume” durato oltre cinque ore quello dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, che ieri ha risposto alle domande del gup Giuseppe De Salvatore (a porte chiuse), nell’ambito del processo a lui e ad altri 107 imputati con rito abbreviato per l’inchiesta Codice Interno. L’interrogatorio Per l’accusa, nel 2019 Olivieri avrebbe raccolto e…
giacomo olivieri

È stato un interrogatorio “fiume” durato oltre cinque ore quello dell’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, che ieri ha risposto alle domande del gup Giuseppe De Salvatore (a porte chiuse), nell’ambito del processo a lui e ad altri 107 imputati con rito abbreviato per l’inchiesta Codice Interno.

L’interrogatorio

Per l’accusa, nel 2019 Olivieri avrebbe raccolto e pagato i voti dei clan Parisi, Strisciuglio e Montani di Bari per favorire l’elezione nel Consiglio comunale di Bari della moglie Maria Carmen Lorusso, anche lei imputata. Olivieri, detenuto nel carcere di Lanciano dallo scorso 26 febbraio in regime di massima sicurezza, secondo quanto filtrato ieri avrebbe ammesso di aver sbagliato ad aver dato soldi in cambio di voti. Confermando, come già fatto durante il primo interrogatorio, di non conoscere i legami con i clan delle persone con cui ha fatto la campagna elettorale del 2019 (in particolare di Tommaso Lovreglio, nipote del boss del quartiere Japigia “Savinuccio” Parisi) e ha anche sostenuto di aver rinunciato allo stipendio e all’autista una volta diventato presidente della Multiservizi, la municipalizzata barese che si occupa del verde.

Olivieri ha ricostruito gli accordi presi durante i mesi precedenti alle comunali di quell’anno e ha anche ammesso di aver regalato buoni pasto e buoni benzina, oltre che una moto, per l’organizzazione della campagna elettorale.

La ricostruzione

Ma è proprio durante la ricostruzione della campagna elettorale del 2019 che sono emerse le affermazioni più scomode. Olivieri ha raccontato come in vista delle elezioni comunali di Bari del 2019, avrebbe stretto un progetto politico con il governatore pugliese Michele Emiliano per indebolire il centrodestra nelle primarie.

A riferirlo, gli avvocati che hanno assistito oggi in udienza. Il progetto, secondo quanto riferito, sarebbe consistito nel portare più voti possibili per Pasquale Di Rella, candidato poi vincente alle primarie del centrodestra, in modo da rendere più semplice la vittoria alle amministrative per il sindaco uscente Antonio Decaro, infine eletto con oltre il 66% dei voti. I candidati eletti nelle liste civiche che sostennero Di Rella, poi, sulla base di questo progetto sarebbero dovuti passare con il centrosinistra, come poi avvenne in alcuni casi. A farlo fu la stessa Maria Carmen Lorusso, moglie dell’ex consigliere regionale. Olivieri ha infine parlato del ruolo delle aziende municipalizzate, che costituirebbero un grande “bacino” da cui attingere voti.

Lo stesso Olivieri nel 2013 è stato il presidente della Multiservizi, l’azienda che si occupa della manutenzione del verde. Il sindaco all’epoca era Michele Emiliano. L’ex consigliere regionale ha sottolineato come “tutti” ambissero al ruolo di dirigente delle municipalizzate.

«In una vicenda processuale che ha visto coinvolti politici, professionisti e lo stesso Comune di Bari – dichiarano gli avvocati Gaetano e Luca Castellaneta, difensori dell’imputato -, è arrivato il momento per l’avvocato Giacomo Olivieri di chiarire il ruolo di quei protagonisti che hanno veicolato le scelte amministrative degli ultimi 10 anni, senza alcun condizionamento o collusione di gruppi criminali».

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