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Bari, ok alle linee guida anti-corruzione: la minoranza via dall’aula prima del “sì” finale

La testimonianza fornita mercoledì davanti al gup dall’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, imputato nel processo Codice Interno, ha avuto conseguenze anche sulla seduta del Consiglio comunale di Bari. I rappresentanti in aula Dalfino, ieri pomeriggio, erano chiamati ad approvare gli obiettivi strategici anticorruzione dell’amministrazione per il triennio 2025-2027 e la modifica dello statuto comunale per…
consiglio comunale bari

La testimonianza fornita mercoledì davanti al gup dall’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri, imputato nel processo Codice Interno, ha avuto conseguenze anche sulla seduta del Consiglio comunale di Bari. I rappresentanti in aula Dalfino, ieri pomeriggio, erano chiamati ad approvare gli obiettivi strategici anticorruzione dell’amministrazione per il triennio 2025-2027 e la modifica dello statuto comunale per istituire la commissione speciale permanente antimafia.

Il primo punto all’ordine del giorno era proprio l’approvazione delle linee guida, e, al momento di procedere con la votazione, i consiglieri del centrodestra hanno abbandonato i banchi e sono usciti dall’aula. La motivazione? Accendere i riflettori su quanto dichiarato ieri da Giacomo Olivieri sui presunti tentativi di affossare il centrodestra alle comunali del 2019, intervenendo sulle primarie (all’epoca vinte da Pasquale Di Rella).

«La democrazia è un valore, una conquista da difendere ogni giorno. Anche contro chi dovrebbe amministrare le Istituzioni nel nome di tutti, non di alcuni – hanno spiegato i consiglieri di centrodestra – Le dichiarazioni di queste ultime ore gettano l’ennesima onda di discredito e biasimo sull’intera Città, ostaggio dei suoi potenti che da anni non soltanto decidono per la loro parte politica, ma oggi apprendiamo dalle dichiarazioni di Giacomo Olivieri che nei fatti avrebbero deciso anche per il centrodestra. Inquinando il voto, imbrogliando cittadini ed elettori. Ci saremmo aspettati una presa di posizione netta da parte della sinistra, di sdegno e di vergogna. Non sono arrivate neppure le scuse».

L’approvazione

La delibera contenente le linee di indirizzo è stata infine approvata con 20 voti favorevoli. Si è trattato della loro seconda volta in Consiglio comunale, dove erano state ritirate per una modifica richiesta dal consigliere Michele Laforgia che aveva ribadito la necessità di inserire un chiaro riferimento all’inchiesta giudiziaria “Codice Interno”.

Dieci gli articoli inseriti nel documento programmatico: tra questi particolare importanza viene data ai casi di inconferibilità e di incompatibilità per gli incarichi, alla verifica quindi di eventuali conflitti di interessi, al potenziamento della formazione in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza di tutto il personale comunale. Attenzione anche alla realizzazione degli obiettivi dell’ente in particolare quelli collegati al Pnrr e alla gestione dei relativi fondi. Oltre al tracciamento dei processi decisionali dell’ente, con particolare riguardo a quelli ad elevata discrezionalità.

La commissione antimafia

Il centrodestra è invece rientrato in aula Dalfino per l’approvazione del secondo punto all’ordine del giorno. L’istituzione della nuova Commissione antimafia di Palazzo di Città. Passata con 30 voti a favore all’unanimità dei presenti. Nonostante l’accesa discussione con le opposizioni sul “caso” Bari e lo scampato commissariamento da parte del ministro Piantedosi, l’istituzione della commissione antimafia, trasparenza e legalità ha visto la luce. Salutata con soddisfazione soprattutto dal gruppo consiliare del Movimento 5 stelle.

«Questa approvazione è il culmine di un lungo percorso iniziato già nel 2019, quando il Movimento 5 Stelle fu il primo a proporre l’istituzione di un Tavolo della Legalità per monitorare il rischio di infiltrazioni nelle istituzioni locali. Per anni ci siamo battuti per dare alla città strumenti adeguati – spiegano Delle Fontane e Carelli – e, grazie al lavoro del Sindaco Vito Leccese, della sua Giunta, oggi questo traguardo viene finalmente raggiunto. Dopo gli arresti per voto di scambio di un anno fa, la necessità di rafforzare gli strumenti di prevenzione è diventata ancora più evidente. Come istituzioni era necessario un passo avanti nella tutela della trasparenza e del corretto funzionamento della macchina amministrativa, e oggi diamo una risposta concreta in questa direzione».

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