Dopo mesi di discussioni e confronti, il nuovo regolamento per l’apertura dei locali a Bari è stato approvato dal Consiglio comunale. Una sorta di “patente a punti” che, a seconda delle aree in cui sarà suddivisa la città, si occuperà di disciplinare l’insediamento di nuovi esercizi di somministrazione di alimenti e bevande. Si tratta di un provvedimento finito spesso al centro delle polemiche e che in passato ha diviso residenti e commercianti, ma che ora, dopo l’ok del Consiglio, potrà essere messo in pratica per verificarne l’effettiva funzionalità. Intanto arrivano già le prime reazioni, come quella del presidente del comitato di salvaguardia della zona Umbertina, Mauro Gargano, che commenta: «Se un tale regolamento, che consente la pianificazione territoriale, fosse stato licenziato per tempo, non avremmo assistito al disastro annunciato dell’Umbertino». O ancora: «Provvedimento buono per il futuro, ma tardivo», aggiunge un residente.
I pareri
«Questo è un primo passo che se fosse stato adottato precedentemente non avrebbe portato a questa situazione nell’Umbertino. Gli insediamenti vanno regolamentati, in modo che ci sia anche un insediamento armonico con il territorio», sottolinea ancora Gargano, che si dice sollevato per l’arrivo del nuovo provvedimento. «Il contingentamento credo sia un intervento giusto – riflette Gianni Del Mastro, rappresentante dell’Unione ristoratori – Non ci può essere un’apertura senza limiti, per cui in alcune situazioni che sono già critiche lo avevamo già chiesta anche noi una limitazione. Laddove ci sia una concentrazione già ampia, è giusto che ci sia un contingentamento». Un altro effetto positivo derivante dalla regolamentazione degli insediamenti, secondo Del Mastro, riguarda la tutela delle attività già presenti sul territorio. «Finché c’è un’apertura senza limiti le nostre attività, anche quelle che magari hanno più riscontro – spiega – sono comunque svalutate e si deprezzano le attività. Si tratta di interventi che avevamo già chiesto nel nostro documento programmatico». Non tutti i commercianti, però, sono dello stesso parere. Ci sono infatti esercenti che non hanno accolto positivamente il nuovo piano di regolamentazione, in quanto andrebbe ad intaccare il principio di quello che è il libero mercato.
Criteri per l’insediamento
Il regolamento individua aree del territorio comunale da sottoporre a tutela e aree a elevata tutela che saranno soggette a norme specifiche per l’apertura e il trasferimento di attività, così da garantire qualità del servizio e sostenibilità sociale e ambientale delle stesse. Tra gli indicatori di criticità ci sono, ad esempio distribuzione delle attività di somministrazione di alimenti e bevande; distribuzione della popolazione residente con classe di età uguale o maggiore 50 anni, presenza di “luoghi sensibili” distinti in edifici (scuole, ospedali, Rsa) e aree verdi, numero di verbali elevati dalla Polizia locale, orario di apertura.