La fuga dagli stalli dei mercati cittadini non si arresta e restituisce l’immagine di un settore sempre più in difficoltà. A Bari, tra mercati giornalieri e settimanali, sono attualmente 261 i posteggi rimasti vuoti, un dato che fotografa la crisi del commercio ambulante e le sue ricadute sull’economia di quartiere e sulla vivacità degli spazi pubblici.
Le corsie semi deserte e le serrande abbassate raccontano una realtà fatta di costi crescenti, incassi ridotti e difficoltà nel far quadrare i conti. Una situazione che, nel tempo, ha prodotto anche un pesante buco nelle casse comunali.
Secondo i dati più recenti, nei mercati di Bari si registra oltre un milione di euro di mancati introiti legati a canoni di occupazione e utenze non pagate. Un’esposizione debitoria che ha spinto Palazzo di Città ad avviare una linea più rigida.
Negli ultimi mesi sono state infatti revocate 20 licenze ad altrettanti operatori che non hanno regolarizzato la propria posizione nonostante i solleciti. Un provvedimento che segna un cambio di passo e che punta a ristabilire regole chiare in un comparto da tempo sotto pressione.
Dietro i numeri, però, c’è una crisi strutturale che affonda le radici in più fattori. La concorrenza della grande distribuzione, il calo dei consumi, l’aumento dei costi energetici e una burocrazia spesso percepita come pesante hanno spinto molti ambulanti a rinunciare al posteggio o a non subentrare nelle concessioni lasciate libere.
Il risultato è un progressivo svuotamento di mercati che, storicamente, rappresentavano un punto di riferimento per interi quartieri. L’amministrazione comunale, da parte sua, sta lavorando a una ricognizione complessiva delle concessioni e delle morosità, con l’obiettivo di recuperare le somme dovute e, allo stesso tempo, rilanciare l’attrattività dei mercati.
Tra le ipotesi al vaglio ci sono bandi per riassegnare gli stalli liberi, agevolazioni per i nuovi operatori e una revisione dell’organizzazione degli spazi. Nel frattempo, la stretta sui morosi prosegue. I controlli sono destinati ad intensificarsi e altre revoche non sono escluse, mentre cresce il timore che il numero degli stalli vuoti possa aumentare ulteriormente se non si interverrà in modo strutturale.
La partita resta aperta e riguarda non solo gli operatori, ma l’intera città, chiamata a decidere se e come salvare un pezzo importante della propria identità commerciale.










