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Bari, lo sfogo social di Mariangela: «Laureata ma il call center mi scarta perché “troppo disabile”»

«Se la disabilità supera il 75% non possiamo assumerla». Una frase che gela, che non ha alcun fondamento giuridico, ma che si è trasformata nell’ennesimo muro di gomma contro cui ha sbattuto Mariangela, 24enne barese.

È stata lei stessa a rendere pubblico l’episodio con un post di denuncia, trasformando un’amarezza personale in un caso politico e sociale. Laureata, giovane, con la voglia di «mettersi in gioco e iniziare finalmente la vita professionale», Mariangela si trova invece a combattere contro quello che definisce un misto di «ignoranza e paura».

Il paradosso delle “Categorie Protette”

Il suo racconto scoperchia il vaso di Pandora dell’inclusione lavorativa in Puglia. Nonostante la legge, la realtà descritta dalla giovane è fatta di porte sbarrate: «Mi sto scontrando con una realtà durissima: aziende che preferiscono evitare, che si spaventano, o che addirittura preferiscono pagare le penali piuttosto che assumere chi ha reali difficoltà». La percentuale di invalidità diventa così un marchio, un numero burocratico che cancella le competenze acquisite con lo studio e la fatica.

«Non cerco favoritismi, non cerco pietà. Cerco solo ciò che dovrebbe essere normale per tutti: una possibilità. Una valutazione basata sulle competenze, non sulla percentuale di invalidità», scrive Mariangela con dignità ferma. Il suo non è solo uno sfogo, ma una chiamata alla responsabilità diretta. Nel suo post, infatti, ha taggato direttamente i vertici delle istituzioni locali: il neo governatore della Puglia, Antonio Decaro, e il sindaco di Bari, Vito Leccese. «Denunciare è il primo passo per cambiare», conclude la ragazza. La speranza è che questo appello pubblico non cada nel vuoto come quel curriculum rifiutato per un pregiudizio.

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