Sono 900 i nomi di abusivi, responsabili di avere occupato vari immobili dell’Arca Puglia, finiti in un elenco consegnato alla Procura di Bari.
La querela
A presentare la querela è stato l’amministratore unico dell’ente, Piero De Nicolo, che ha depositato l’esposto direttamente nelle mani del procuratore capo Roberto Rossi. Dei 900 casi denunciati, circa 500 si trovano nel capoluogo, con una concentrazione significativa nei quartieri San Paolo e Japigia. Gli altri 400 cento sono persone che avrebbero occupato in modo abusivo case in vari comuni della Provincia. Una denuncia analoga è stata inviata alla Procura di Trani, competente per il territorio della provincia Bat.
Qui, gli occupanti abusivi censiti sarebbero circa 600, un terzo dei quali concentrato nella sola città di Andria. Ma dalle 600 occupazioni abusive che ricadono nel territorio di competenza della Procura di Trani vanno, in verità, sottratti 170 immobili dei comuni che di fatto fanno parte della provincia di Bari: 35 a Molfetta, 40 Terlizzi, 25 a Ruvo e 70 a Corato. De Nicolo ha inoltre inviato una pec ai sindaci dei Comuni interessati, informandoli della denuncia e invitandoli a predisporre le misure necessarie per gli sgomberi che potrebbero scaturire dalle indagini.
Le dichiarazioni
«Da quando mi sono insediato – spiega De Nicolo – abbiamo denunciato, giorno per giorno, le occupazioni abusive. Nel periodo precedente al mio insediamento, gli uffici hanno fatto altrettanto, ma, molte volte, qualcosa è sfuggito. Il 9 giugno è stato pubblicato il Decreto sicurezza che prevede una procedura diversa per gli sgomberi: passiamo dalla forma civilistica dello sfratto, allo sgombero ordinato direttamente dalla Procura della Repubblica. Io, sin da giugno, scrissi al Prefetto, ai sindaci e al presidente della Regione, informandoli dell’avvio del processo amministrativo che sarebbe stato aperto dall’Arca».
De Nicolo sollecitò soprattutto l’attenzione dei sindaci affinché si rendessero disponibili i servizi di protezione sociale, di competenza comunale, alle famiglie che avevano occupato in modo abusivo gli immobili nel patrimonio dell’Arca. Famiglie con minori o anziani bisognosi anche di assistenza sanitaria. L’Arca ha quindi formalizzato tutto il quadro delle occupazioni abusive, ben 4mila in tutta la regione, ai sensi del Decreto sicurezza che prevede «la reclusione da 2 a 7 anni per chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui o sue pertinenze».
Gli sgomberi
E proprio grazie al Decreto e alla querela presentata in Procura dal presidente dell’Arca, è plausibile che persone riconducibili a contesti criminali, già nei guai con la giustizia, decidano di liberare in modo spontaneo le case per non aggravare la propria posizione penale. Aderendo alla diffida della Procura non rischierebbero la reclusione per effetto del cosiddetto «periodo finestra» inserito nel Decreto. Il problema sarà la ricollocazione di queste famiglie che difficilmente saranno disposte a lasciare i quartieri dove detengono il potere e in cui ottengono protezione dai sodali.










