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Bari, l’oncologico ottiene la certificazione ministeriale per il trapianto delle cellule staminali

L’istituto tumori “Giovanni Paolo II” di Bari ha ottenuto dal Centro nazionale trapianti e dal Centro nazionale sangue l’accreditamento per i trapianti autologhi di cellule staminali emopoietiche per il paziente adulto.

La certificazione, rilasciata dal Ministero della Salute, “conferma il rispetto degli standard di qualità del programma trapianti dell’oncologico barese – riferiscono dall’ospedale -, in termini di sicurezza ed efficacia in tutti gli ambiti, dall’attività clinica alla valutazione e selezione del paziente, alla raccolta, processazione, conservazione e distribuzione di cellule staminali emopoietiche (procedure, queste ultime , eseguite presso il Policlinico di Bari)”.

Per il direttore generale Alessandro Delle Donne non si tratta solo di «un pezzo di carta» ma di una «garanzia di qualità e sicurezza dei processi di cura e dell’organizzazione».

La certificazione per i trapianti di cellule staminali, aggiunge il direttore generale, «sancisce il grande lavoro svolto dall’unità operativa di ematologia e terapia cellulare del nostro Istituto, guidata dal dottor Attilio Guarini che, negli anni, ha saputo creare una squadra di giovani medici e ricercatori appassionati che hanno portato a Bari esperienze e professionalità acquisite anche all’esterno».

Attivo dal 2017, il programma trapianti dell’oncologico barese ha eseguito 93 trapianti nell’ultimo triennio ed è stato, nel 2023, primo in Puglia per numero di autotrapianti.

Il trapianto autologo di cellule staminali è una terapia eseguita per i pazienti affetti da alcuni tipi di leucemie, linfomi, mielomi e altri tipi di tumori del sangue. Le cellule staminali del paziente vengono prelevate dal sangue periferico del paziente e crioconservate per essere poi re-infuse al paziente, sottoposto nel frattempo a chemioterapia ad alte dosi. La terapia consente così di rigenerare il midollo osseo del paziente e che è, allo stesso tempo, donatore e ricevente.

Soddisfazione per la certificazione esprime anche il presidente del Consiglio di indirizzo e verifica dell’oncologico, Gero Grassi: «È certamente un obiettivo raggiunto e conferma gli elevati standard di cura che questo Istituto è in grado di assicurare ai pazienti oncologici».

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