Bari, l’Oncologico miglior centro in Puglia per il trattamento dei tumori: lo certifica Agenas

L’Istituto tumori “Giovanni Paolo II” di Bari si conferma miglior centro in Puglia per la chirurgia oncologica.

È quanto emerge dal rapporto Agenas, l’Agenzia nazionale per i Servizi sanitari regionali, che monitora le performance assistenziali di 1.363 ospedali italiani, pubblici e privati, focalizzando l’attenzione su alcuni ambiti nosologici cruciali per la salute dei cittadini.

Secondo Agenas l’Istituto tumori di Bari nel 2023 è stato il primo centro in Puglia per il trattamento del tumore del polmone (169 interventi), dell’utero (140 interventi) e delle ovaie (49 interventi).

Per Alessandro Delle Donne, direttore generale dell’oncologico barese, «i dati Agenas fotografano i risultati del lavoro degli ultimi tre anni. Abbiamo attratto nuove competenze – aggiunge – puntando su professionisti di indiscusse qualità. Abbiamo offerto ai nostri medici più tecnologie e macchinari, investendo risorse sulla strumentazione. Abbiamo lavorato per rendere migliore la qualità e la sicurezza degli interventi chirurgici, così da ridurre il rischio clinico e tutelare il paziente fragile. Siamo contenti anche dei risultati raggiunti dalla chirurgia oncologica delle altre strutture sanitarie di Puglia: l’intera rete oncologica pugliese cresce ed è capace di dare risposte coerenti alla domanda di salute dei pugliesi e agli standard di qualità richiesti a livello nazionale e internazionale».

La struttura complessa di chirurgia toracica, guidata dal dottor Gaetano Napoli, si conferma prima in Puglia e la migliore per la chirurgia polmonare di tutto il sud Italia. Il numero degli interventi è in crescita costante da due anni.

Novità rispetto allo scorso anno, invece, per la struttura complessa di ginecologia oncologica guidata dal professor Gennaro Cormio che, quest’anno, segna il primato pugliese per volume di ricoveri per interventi chirurgici per tumore dell’utero e tumore delle ovaie, aumentando, rispetto al 2022, del 44% i volumi relativi agli interventi per tumore delle ovaie e del 55% i volumi relativi agli interventi per tumore dell’utero.

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