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Bari, le municipalizzate verso il commissariamento: ora la palla passa al ministro Piantedosi

Municipalizzate di Bari verso il commissariamento. Sarebbe questa l’ipotesi discussa ieri mattina per un’ora e mezza dai componenti il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, convocato dal prefetto di Bari Francesco Russo, per relazionare sull’esito dell’ispezione ministeriali condotta dal presidente della commissione Claudio Sammartino, prefetto in pensione; Antonio Giannelli, viceprefetto; e da Pio Giuseppe…

Municipalizzate di Bari verso il commissariamento. Sarebbe questa l’ipotesi discussa ieri mattina per un’ora e mezza dai componenti il comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico, convocato dal prefetto di Bari Francesco Russo, per relazionare sull’esito dell’ispezione ministeriali condotta dal presidente della commissione Claudio Sammartino, prefetto in pensione; Antonio Giannelli, viceprefetto; e da Pio Giuseppe Stola, maggiore della Scico, servizio centrale investigazione sulla criminalità organizzata della guardia di finanza.

Le prime indiscrezioni

Secondo quanto trapela dalle prime indiscrezioni, il prefetto Russo, che ha avuto 45 giorni di tempo per scrivere la sua relazione sulla base degli atti raccolti dai tre ispettori, avrebbe proposto il commissariamento di Amiu, Amgas e Amtab (quest’ultima già sottoposta ad amministrazione giudiziaria agli esiti della maxinchiesta Codice Interno). Se ne è discusso alla presenza del procuratore capo di Bari, Roberto Rossi, e dei vertici delle forze dell’ordine di Bari e provincia: il questore Massimo Gambino, il comandante provinciale dei carabinieri Gianluca Trombetti e quello della guardia di finanza Pasquale Russo.

L’inchiesta

Secondo quanto accertato dalla maxinchiesta Codice Interno, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Bari e condotta dagli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Bari (diretti da Filippo Portoghese), negli anni a ridosso delle comunali del 2019, si sarebbe stretto un solido accordo tra mafia e politica, con al vertice l’ex consigliere regionale Giacomo Olivieri che, grazie alla collaborazione di suo suocero Vito Lorusso, avrebbe pilotato il voto in favore di sua moglie Maria Carmen. Olivieri avrebbe messo in piedi una compravendita di voti, coinvolgendo i clan dei quartieri Japigia e San Paolo, Parisi-Palermiti e Montani. L’inchiesta aveva svelato anche la pervicace infiltrazione del clan Parisi all’interno dell’Amtab, risultando anche capace di condizionare le assunzioni. Da qui, come richiesto dalla Dda e deciso dalla sezione misure di prevenzione del tribunale di Bari, la nomina di un amministratore giudiziario che amministrasse la municipalizzata fino al totale risanamento.

L’ipotesi iniziale

All’arrivo dei tre commissari ministeriali, a marzo scorso, si era diffuso il timore che il Governo potesse decidere di commissariare l’intera amministrazione comunale. Un’ipotesi che sicuramente i tre 007 hanno preso in considerazione durante i sei mesi in cui hanno studiato gli atti e ascoltato, in audizione, l’ex sindaco di Bari, Antonio Decaro, l’attuale primo cittadino Vito Leccese, l’allora direttore generale Davide Pellegrino, il comandante della polizia municipale di Bari, Michele Palumbo (l’inchiesta aveva portato alla luce anche i rapporti illeciti tra due vigilesse e componenti del clan, ai quali si sarebbero rivolte per risolvere questioni private.

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