Un caso di presunto razzismo e molestie sul lavoro scuote il settore sanitario barese e rischia di approdare all’attenzione delle istituzioni nazionali. Protagonista è un dipendente della «Sanità Service», di origine straniera ma da anni cittadino italiano, che opera all’interno di un ospedale dell’Asl Bari. Secondo quanto appreso, l’uomo sarebbe stato vittima di comportamenti discriminatori e vessatori da parte di alcuni colleghi e superiori.
La discriminazione, secondo quanto raccontato dal lavoratore, si sarebbe manifestata in molteplici forme. I persecutori, sostengono le accuse, gli avrebbero rimproverato di aver «occupato un posto di lavoro che poteva essere di un italiano», sottolineando ripetutamente la sua provenienza straniera. Le molestie, denunciate con coraggio dal dipendente, includono anche frasi ingiuriose e stereotipate, come «sporco musulmano», nonostante l’uomo non appartenga a tale religione.
Non si tratterebbe soltanto di offese verbali. Il dipendente ha segnalato furti di effetti personali, come le proprie scarpe, e una costante attribuzione di responsabilità non dovute, con ordini insensati e compiti imposti in maniera discriminatoria e illogica, in aperta violazione delle normative lavorative e dei principi di equità e rispetto. La vicenda ha creato nel lavoratore uno stato di forte disagio psicologico e un ambiente lavorativo percepito come ostile e pericoloso. Il caso ha suscitato immediata attenzione a livello locale e nazionale.
La rilevanza istituzionale
Non si esclude che il fatto possa essere portato all’attenzione del Parlamento, della Presidenza della Repubblica e dell’ambasciata del Paese di origine del dipendente, per richiedere interventi e garanzie a tutela del lavoratore. L’evento si inserisce in un contesto più ampio di attenzione verso la discriminazione sul lavoro, in particolare quella basata su origine etnica e nazionalità, che negli ultimi anni ha trovato crescente spazio di discussione sia nei media sia nelle istituzioni. Le autorità competenti stanno inoltre valutando eventuali azioni di responsabilità verso chi abbia effettivamente commesso atti discriminatori. L’episodio, oltre a porre in luce il problema del razzismo sul lavoro, solleva riflessioni più ampie sul clima di inclusione e rispetto nei luoghi pubblici e nei servizi essenziali, come gli ospedali.
Le conseguenze
Gli esperti sottolineano come l’assenza di interventi tempestivi possa portare a conseguenze gravi per le vittime, sia sul piano psicologico sia su quello professionale, minando la fiducia nel sistema sanitario e nella correttezza dei processi lavorativi. Il caso barese, in attesa di possibili evoluzioni giudiziarie, è destinato dunque a essere monitorato con attenzione, non solo per le implicazioni personali per il lavoratore coinvolto, ma anche per il messaggio che invia sul diritto alla dignità e alla tutela di tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro origine. La vicenda rappresenta un monito su quanto sia necessario mantenere controlli e protocolli «anti-discriminazione» efficaci, oltre a sensibilizzare colleghi e superiori sul rispetto delle persone e dei diritti fondamentali sul posto di lavoro.









