Il sito Bosh di Bari non sia vittima di scelte sbagliate. Questa in sintesi la posizione di Fim, Fiom, Uilm e Ugl in merito alla vertenza che vede protagonista il colosso tedesco e sugli esuberi annunciati dalla società pari a 700 su una platea di 1.700 dipendenti. «Siamo consapevoli della difficile fase nel quale viviamo, ma siamo altrettanto determinati a far sì che il Bosch Bari non sia la prima vittima illustre di una fase storica nella quale aziende e governi scaricano sulle spalle dei lavoratori gli effetti di scelte sbagliate», dicono le segreterie provinciali dei sindacati attraverso una nota congiunta. La comunicazione aziendale relativa ai tagli è del 27 gennaio scorso. «Abbiamo sin da subito respinto qualsiasi ipotesi che portasse a un ridimensionamento della forza lavoro attualmente occupata ritenendo l’impostazione dell’azienda inaccettabile – proseguono – Affrontare una discussione così importante, che potrebbe rivelarsi una vera bomba sociale su un territorio come quello barese, già martoriato da anni di crisi, è un modo di fare che non possiamo in alcun modo condividere».
Il sito è puntato anche contro gli esecutivi che si sono susseguiti. «Siamo convinti che i ritardi accumulati in questi anni dai vari governi rispetto al tema della transizione energetica e la scelta strategica dell’azienda di non avviare investimenti capaci di riconvertire totalmente il sito barese verso produzioni green, non possano ricadere sulle spalle dei lavoratori», attaccano ancora. Le decisioni che verranno prese nei prossimi mesi saranno determinanti per decidere il futuro dei lavoratori della Bosch. «All’azienda chiediamo l’immediato ritiro di qualsiasi ipotesi che preveda esubero di personale e l’avvio di una discussione vera sulla base di un piano industriale che preveda la riconversione e la diversificazione del sito anche verso produzioni di nuova generazione, come sta accadendo in tanti altri Paesi del mondo, dove Bosch investe miliardi in nuove tecnologie – confermano i sindacati – Richiamiamo Bosch alle proprie responsabilità verso i lavoratori baresi, capaci da sempre di garantire un alto livello di professionalità che ha contribuito anche agli importanti utili fatti dall’azienda nel corso degli anni». Le sigle invitano quindi il governo a «sfruttare al massimo le risorse messe a disposizione dal Pnrr, creare ammortizzatori sociali che possano accompagnare la fase di transizione e mettere a disposizioni fondi per la formazione dei lavoratori per specializzarsi alle nuove tecnologie».