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Bari, l’Anac blocca l’appalto per la realizzazione della stazione di bus elettrici a Poggiofranco

Lo sviluppo della mobilità elettrica a Bari subisce una battuta d’arresto. L’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione, ha sospeso i lavori da 12 milioni di euro finanziati dal Pnrr per la realizzazione della stazione di ricarica dei bus elettrici in via Mitolo, nelle vicinanze del quartiere Poggiofranco.

La decisione arriva dopo un esposto che ha sollevato dubbi sulla regolarità dell’appalto. L’Autorità ha chiesto al Comune di Bari di annullare entro 30 giorni tutti gli atti del procedimento, evidenziando la presenza di «gravi vizi di illegittimità».

Secondo l’Anac, l’appalto sarebbe stato avviato senza l’adozione del progetto esecutivo necessario. «Non appare chiaro in che modo sia stata determinata la quantificazione delle lavorazioni richieste», si legge nella nota, «e l’assenza della progettazione rende incerta, se non impossibile, la determinazione dell’offerta».

L’appalto era stato aggiudicato a un raggruppamento temporaneo composto dalle imprese Eurosistemi, Ap Costruzioni e Didaco, che avevano presentato un ribasso del 25,71% sui lavori e dell’80,01% sulla progettazione esecutiva e sul coordinamento della sicurezza. Questi valori risultano sensibilmente più alti rispetto a quelli delle altre offerte pervenute, un dettaglio che ha alimentato ulteriori sospetti.

Secondo l’Anac, la mancanza del progetto esecutivo e le differenze significative tra le offerte sollevano dubbi sulla corretta determinazione dei costi e sull’equità della gara. L’ente evidenzia, inoltre, altre possibili anomalie procedurali nella gestione della selezione dei fornitori, anche se l’amministrazione comunale continua a ritenere regolare la formulazione delle offerte e la conduzione della gara. Il blocco dell’appalto, in un momento in cui la città punta a potenziare la mobilità sostenibile, rischia di rallentare i programmi di transizione verso i mezzi elettrici, già previsti nell’ambito dei finanziamenti del Pnrr.

Il Comune dovrà ora rispondere entro trenta giorni alle richieste dell’Anac, chiarendo le presunte irregolarità e stabilendo eventuali correttivi. L’episodio mette in evidenza le difficoltà di conciliare gli obiettivi di innovazione infrastrutturale con la necessità di rispettare scrupolosamente le normative sugli appalti pubblici, fondamentali per garantire trasparenza e legalità. Mentre l’Autorità invita alla prudenza e al rispetto delle procedure, l’amministrazione comunale dovrà valutare le possibili soluzioni per sbloccare l’opera senza incorrere in ulteriori contestazioni.

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