Ad oggi le parole d’ordine a Bari sono incertezza e mediocrità. Ne è convinto Lorenzo Amoruso, ex difensore biancorosso con 84 presenze e 8 gol, nel corso di due esperienze negli anni ‘90.
Le incognite
In primo piano il futuro del club e di conseguenza le ambizioni. «Ci sono voci sulla ricerca di un socio, ma non vedo la volontà di cedere il Bari. Se l’intenzione della società è di aspettare il 2028 per vendere – osserva Amoruso – è chiaro che non verrà allestita una squadra per provare a ‘salire’, penso piuttosto che si continuerà vivacchiare. Mi auguro di essere sorpreso e che il Bari crei scompiglio in una Serie B che non ci ha visti protagonisti nella scorsa stagione. Ma ho la sensazione che verrà costruito ancora una volta un organico con tanti prestiti e giocatori non motivati e senza qualità».
Il nodo panchina
Nel mirino dell’ex difensore biancorosso i tempi ancora una volta lunghi della proprietà per le scelte tecniche: «Sono in ritardo, perché come sempre viene data priorità al Napoli». Sull’ipotesi Nesta il 53enne originario di Palese non si sbilancia, ma entra a gamba tesa sulla possibilità che l’ex campione del mondo sposi la causa del Bari: «Viene da una retrocessione con il Monza e dall’esonero. Alla Reggiana due anni fa ha fatto bene. È chiaro che non possa accettare un altro anno nel limbo, ma che desideri qualcosa di ambizioso. Bari è una piazza importante ma lo devi dimostrare. Come? Prendendo un allenatore di nome e giocatori validi. In fine dei conti avremo le risposte nella prossima campagna acquisti».
L’ambiente
«C’è grande delusione – ammette Amoruso – e non credo che la campagna abbonamenti andrà alla grande. Forse quest’anno, se conosco bene i tifosi baresi, il pubblico allo stadio potrebbe tornare ai minimi storici». L’ex Viola commenta l’orizzonte, al momento molto concreto, di una forma di diserzione. «Il pubblico è sovrano, sempre. Se i tifosi devono andare allo stadio per annoiarsi, rinunceranno al “San Nicola”. La passione barese ci sarà sempre, ma c’è bisogno di amor proprio, anche non supportando il Bari. Nell’ultimo campionato abbiamo visto pochissime partite dove ci siamo divertiti perché non c’era organizzazione, né qualità». Lapidario il giudizio sul momento storico del Bari: «Ora è di una categoria medio bassa, il pubblico fa bene se decide di non andare allo stadio».
In questo momento storico, Bari è ‘svalutata’. Il fenomeno si verifica ormai da qualche anno. Mentre un tempo la maglia biancorossa in Serie B veniva vista come un punto di approdo per calciatori giovani o in cerca di riscatto, oggi sono sempre più numerosi coloro che, chiamati dalla Ssc Bari, chiudono la porta al club pugliese. «Le dichiarazioni dello scorso anno fatte da De Laurentiis penso che siano state ascoltate da tutti. Se io fossi un calciatore ambizioso rifiuterei Bari perché saprei già cosa mi aspetta. Qual è il giocatore importante che va in una piazza sapendo che non si lotta per la A? Potenzialmente Bari può fare tantissimo, ma questo non è riconosciuto dalla proprietà. Dunque è legittimo che allenatori, calciatori e anche tifosi oggi dicano no. Bari non è più la piazza che oscilla tra la A e la B, ora è una piazza che se va bene resta in B, se va male retrocede. In questo momento, parlo da chi è nel mondo del calcio, è questo quello che si dice in giro del Bari, è giusto che si sappia».