Bari, la delusione dei tifosi dopo le parole di De Laurentiis: «I nostri sogni ostaggio della società»

Rassegnazione, mista a frustrazione. Sullo sfondo il sogno della promozione in Serie A, vista come una sorta di ‘liberazione’, non solo dal campionato di B, ma anche da una gestione societaria ritenuta come una ‘prigione’ dei sogni e delle ambizioni. Sono questi i sentimenti che animano i tifosi del Bari all’indomani della conferenza stampa fiume convocata da Luigi De Laurentiis. «Il Bari è un investimento economico. Oggi è ancora più chiaro – dice il pianista barese Emanuele Arciuli – come l’intenzione della famiglia De Laurentiis sia di ottenere una liberalizzazione delle multiproprietà, principio che trovo aberrante. L’obiettivo è possedere due squadre in A, con tutti i benefici che ne derivano. Vorrei un Bari senza vincoli, che non sia la seconda squadra di nessuno. Credo invece che in Serie A il concetto di seconda squadra si accentuerebbe. Ma so che il calcio è ormai condizionato solo da questioni d’affari, con valori ridotti allo zero, per questo non mi faccio illusioni. Il presente? Resto tifoso – prosegue – ma molto meno appassionato rispetto a prima. Vorrei una presidenza con una maggiore empatia e che consideri il Bari in modo centrale, non come una ‘dépendance’». Sul capitolo sceicco, chiuso da De Laurentiis, Arciuli osserva come «si debbano sentire le due campane: non sappiamo se la proposta di Al Sabah non fosse seria e se invece non sia stato messo nelle condizioni di formularla».

Paolo Sassanelli

«L’acqua è ferma. L’elemento di novità emerso è che si aspettano modifiche delle regole sulla multiproprietà» il pensiero del 66enne attore e regista barese, tifosissimo biancorosso. «La realtà è che i De Laurentiis fanno il loro mestiere di imprenditori: hanno investito dei soldi a Bari e vogliono farli fruttare. Noi da tifosi ci aspettavamo di più. Vorremmo vedere la squadra in Serie A e Bari come palcoscenico internazionale del calcio. Invece siamo in una situazione di impasse, con l’incubo di dover aspettare il 2028 (termine per risolvere il nodo multiproprietà, ndr). Ci ritroviamo come due scorpioni in una bottiglia, aspettando che qualcosa succeda: che arrivi una proposta economica per le cessione del club o che si vada in A». Sassanelli manifesta tutta la sua amarezza su un orizzonte che per il momento è low profile: «Vogliamo cambiare la proprietà per coltivare il nostro diritto di poter sognare, perché questa gestione societaria i sogni li soffoca. Il futuro? Se proprio bisogna tenersi la presidenza De Laurentiis che si dia carta bianca a Luigi, in modo indipendente rispetto al Napoli». Il realismo dell’ex protagonista della serie cult degli anni ‘90 “Classe di Ferro”: «Il massimo a cui possiamo aspirare quest’anno sono i playoff, ma il Bari, soprattutto per merito dell’allenatore, è una squadra tosta e difficile da affrontare. La palla è rotonda. Se ci piazziamo bene ai playoff ce la giochiamo con tutti: se andassimo in A sarebbe ‘Natale’».

Massimo Carlucci

«Siamo ostaggi di questa situazione e sinceramente non so quando e come ne potremo uscire» lo sconforto del presidente dello storico club Beppe Sciannimanico, di Bari-Palese. «Luigi De Laurentiis ha confermato quanto sappiamo: stanno aspettando che cambino le regole della multiproprietà. Ma a differenza di altre volte ho visto il presidente molto più certo che possa accadere qualcosa nel 2025». Nel frattempo nessuna replica dello sceicco Malek Humoud Al Sabah dopo le parole di De Laurentiis, che hanno spento le velleità di un cambio di proprietà e un interesse concreto del membro della famiglia reale del Kuwait all’acquisto del Bari. Qualche informazione è filtrata, ancora una volta, dagli emissari italiani di Al Sabah, spiegando che «lo sceicco al momento non intende rilasciare dichiarazioni o interviste, ritenendo di aver fatto tutti i passi necessari, senza ricevere un’apertura concreta per avviare una trattativa».

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