Mancanza dei servizi igienici, condizioni precarie e cure mediche inadeguate. La denuncia arriva dall’interno del Cara (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Bari, attraverso una testimonianza video diffusa dall’associazione Solidaria. Le immagini, girate alle 4 del mattino, mostrano bagni sporchi e allagati mentre i migrati sostengono di essere senza acqua calda.
«Sporcizia e allagamento dappertutto – sottolineano – e l’acqua è fredda. Le strutture sanitarie del Cara non sono state costruite per accogliere il numero di persone che sono attualmente costrette a utilizzarle, a causa dell’insistenza del governo nel continuare a sovraffollare. In alcuni casi, si prevede che otto adulti vivano in un solo container».
La denuncia
L’associazione, nata nel 2014, nel fare da tramite ai migranti del centro barese che quotidianamente sono esposti a tali situazioni spiega come «dopo le manifestazioni tenute all’inizio di novembre in seguito alla morte di uno dei residenti del Cara di Bari, è indispensabile continuare a denunciare l’inadeguatezza delle cure mediche, la mancanza di servizi igienici e la scarsità di risorse che chi vive nella struttura deve affrontare ogni giorno».
A tutto ciò, si aggiungerebbero anche i tempi «insopportabili» di attesa per ricevere il riconoscimento del permesso di soggiorno o dei documenti che, spesso, supererebbero anche i 12 mesi. «Nei Cara i tempi sono sempre stati più lunghi del normale – commentano dall’associazione Solidaria – ma ciò emerge quando ci sono delle proteste». Stando a quanto dichiarato dagli stessi migrati a Solidaria, «sembra come se fosse fatto di proposito» in quanto i migranti che vivono nel centro parallelamente lavorano. «Loro per legge dovrebbero avere entro i tre o al massimo sei mesi la risposta della commissione territoriale, ma qualcuno è lì anche da due anni – aggiungono – È normale che rappresentano una forza lavoro “usa e getta” senza tutele e diritti. Se non hai nessun documento, come fai a dire di avere diritto a un contratto». Il Cara inoltre, tramite la prefettura di Bari, è di competenza del Ministero dell’Interno.
«Loro vivono in questo limbo tra attesa, condizioni disumane, tempi lunghi e condizioni di sfruttamento. È di una gravità assoluto quello che accade. Essendo il Cara fuori città, solato, tutto ciò emerge raramente. Ma c’è bisogno che le persone muoiano per rendersi conto di quello che succede?».
L’intervento
Risale a venerdì l’operazione della Polizia che, entrata all’interno della struttura di Bari-Palese, ha allontanato tutti coloro che erano nel Cara “abusivamente” al fine di limitare il sovraffollamento. Al momento, però, non è stato ancora reso pubblico il numero delle persone irregolari trovate nel centro. «L’operazione messa in atto è emblematica di come di fronte alle proteste, piuttosto che mettere le persone di fronte a condizioni umane, di dargli un letto, le cacciano. Considerando che ovviamente si tratta di persone che non hanno nulla e questo nulla è creato dallo Stato stesso. La capienza del Cara è sempre stata oltre i limiti, ma ora lo è ancora di più».
Chi arriva nei centri, spiegano ancora da Solidaria, e fa richiesta per il permesso di soggiorno, «deve avere accesso a tutti i diritti perché finché non ricevi il diniego, sei a tutti gli effetti abilitato a stare sul territorio italiano».