Per il 61% dei baresi il turismo rappresenta un’importante opportunità economica, ma per il 30% gli affitti brevi rappresentano più un problema che un vantaggio per le tasche della città. È quanto rivela la nuova ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sulle opinioni dei cittadini in merito alle opportunità e alle problematiche legate al turismo. Nel dettaglio, il fenomeno dell’overtourism è noto a oltre quattro cittadini su dieci (41%), ma soltanto il 32% percepisce che il capoluogo ne sia direttamente interessato. La metà degli intervistati ritiene infatti che il fenomeno si concentri soprattutto nel periodo estivo, il 24% in primavera, mentre solo il 10% lo considera costante durante l’anno.
Il ruolo delle istituzioni locali
I baresi, però, sembrano avere le idee piuttosto chiare circa le misure che l’amministrazione locale dovrebbe adottare per scongiurare gli effetti negativi del turismo. Al primo posto c’è il miglioramento delle infrastrutture (39%), seguito dall’aumento dei servizi di mobilità (30%) e dalla predisposizione di servizi esclusivi per i residenti (29%). Il 24% indica inoltre come utili sia gli incentivi per attività commerciali locali, sia la promozione delle attività culturali e tradizionali.
Benefici e criticità
Secondo i baresi, i principali benefici che il turismo porta con sé sono: la rivitalizzazione del territorio e l’incremento di eventi ed iniziative (entrambi al 42%), l’apporto economico dei turisti (41%), l’aumento degli introiti fiscali per il Comune (38%) e l’aumento dei posti di lavoro (37%). Tra le criticità più sentite spiccano invece: il sovraffollamento nei luoghi pubblici (41%), l’aumento del costo della vita e l’incremento dei rifiuti (entrambi al 38%), la congestione del traffico (36%) e aumento dei prezzi degli affitti (34%). Direttamente collegato al tema del turismo, è quello degli affitti brevi (di durata non superiore a 30 giorni). Il 30% dei cittadini li considera un problema, contro l’11% che li valuta come un vantaggio economico. Infatti, il 59% si dice favorevole all’introduzione di regole più rigide per disciplinarli, mentre quasi tre baresi su dieci (il 27%) si dichiarano contrari.