È tornata sotto i riflettori l’ex struttura della Centrale del Latte di Bari. L’ex opificio versa in uno stato di abbandono e degrado tale da configurarsi come potenziale rischio per la salute pubblica. Cumuli di rifiuti, zone invase da vegetazione e sporcizia, ingressi pericolanti con scene che non lasciano dubbi sul bisogno urgente di un intervento. La situazione ha scosso residenti e autorità, infatti, numerose segnalazioni di cattivi odori e presenze di animali infestanti, oltre a timori per l’incolumità di chi passa lungo le aree adiacenti all’immobile.
Subito è arrivata la reazione dell’amministrazione comunale e della ASL Bari, proprietaria dell’immobile dal 2019 per la riconversione in servizi sanitari di prossimità. Lo scorso gennaio un recente progetto, finanziato con fondi statali del Pnrr, ha previsto la trasformazione della struttura in una «Casa di Comunità» con poliambulatorio e uffici distrettuali. Ma già nella fase di progettazione spuntarono difficoltà come i vincoli dati dal riconoscimento dell’immobile come bene storico-industriale che avevano fatto lievitare i costi, rendendo necessaria una maggiore dotazione economica.
Il rischio è che la riqualificazione, già rallentata, possa subire ulteriore slittamento. Alcuni cittadini residenti nelle vie limitrofe chiedono con urgenza bonifica e messa in sicurezza, lamentando il degrado da anni. Da parte sua, l’ASL conferma che il piano non è abbandonato, facendo sapere che i lavori partiranno non appena ottenuti i nuovi fondi, anche se prima diventa necessario accertare lo stato reale dell’immobile. Il Comune, dal canto suo, preannuncia un sopralluogo urgente con vigili urbani e servizi ambientali per verificare condizioni igienico-sanitarie e pericoli. Se non verranno trovate soluzioni rapide, l’edificio rischia di restare un simbolo urbano di incuria.
E il progetto sanitario, voluto per potenziare l’assistenza territoriale, potrebbe essere rinviato ancora. Intanto, il Sert che da vent’anni occupa abusivamente la struttura, non solo non paga canoni di locazione e consumi di acqua, ma per ammissione dei responsabili, per anni gli occupanti abusivi avrebbero realizzato un allaccio di fortuna alla linea elettrica pubblica senza che nessuno se ne accorgesse. Dal Comune, interpellato l’assessore al Patrimonio, Nicola Grasso, fa sapere che l’immobile «da diversi anni è in uso all’azienda sanitaria locale del capoluogo pugliese, alla quale è stato affidato con deliberazione della giunta comunale del 5 luglio 2019 numero 519, che aveva per oggetto l’approvazione del testo del protocollo d’intesa con la Asl Ba per l’affidamento del compendio immobiliare comunale denominato «ex Centrale del latte».
Sul fatto che gli occupanti dichiarano di essere fruitori abusivi da circa trent’anni, l’assessore Grasso spiega che «rispetto a quanto successo in passato, non si riescono e possono dare spiegazioni. Oggi l’immobile è in carico alla Asl che se ne è assunta gli oneri e gli onori». La Asl che ha concorso tramite la Regione Puglia a presentare un progetto da 16 milioni di euro per realizzare, entro giugno 2026, con fondi Pnrr una Casa di comunità.