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Bari, il mobility manager: «In città troppe auto e Brt organizzato male»

«Il 100% dei cittadini si muove in macchina a Bari e il 70% delle auto sono immatricolate in Italia, siamo il Pase più veicolizzato d’Europa, in Germania, in Francia non è così». Così spiega il mobility manager e presidente del Comitato Mobilità 2030 Lello Sforza. La situazione barese L’esperto ha poi spiegato quale sia il…
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«Il 100% dei cittadini si muove in macchina a Bari e il 70% delle auto sono immatricolate in Italia, siamo il Pase più veicolizzato d’Europa, in Germania, in Francia non è così». Così spiega il mobility manager e presidente del Comitato Mobilità 2030 Lello Sforza.

La situazione barese

L’esperto ha poi spiegato quale sia il modello di mobilità presente nel capoluogo della Puglia raccontando che: «È tutto concentrato sulla macchina, i bambini che nascono a Bari sono abituati a essere trasportati in auto ovunque: a scuola, al corso di inglese, in piscina, nessuno gli fa usare la bicicletta per esempio, così diventano solo pigri». Il presidente Sforza ha anche fatto notare come a Bari il 100% dei cittadini usa la macchina anche per fare un tragitto che, secondo uno studio regionale, potrebbe essere, se si parla di spostamento in città, lungo massimo 5 chilometri.

I modelli europei

Lello Sforza ha parlato poi di quei paesi che sarebbero modelli da seguire in ambito di mobilità sostenibile spiegando: «Vedi la Francia, la Germania, ancor di più l’Olanda: lì i bambini li portano a scuola sulle biciclette e non quelle con le rotelle o assistite come si fa da noi, ma quelle con cui devono pedalare loro, alcuni li agganciano anche alle bici dei genitori così il bambino impara a muoversi con mezzi sostenibili e allo stesso tempo impara da solo a correre, camminare e fare sport». «Insomma, i genitori promuovono il servizio e i bambini si fidelizzano» ha concluso.

Difficoltà ad attuarla a Bari

Secondo Sforza, il problema in città è l’organizzazione delle istituzioni e degli enti che gestiscono i mezzi di trasporto. Ha dichiarato: «Vedi il progetto del Bus Rapid Transit, se i lavori sono così lenti si andrà oltre giugno 2026, termine entro cui le istituzioni avrebbero i finanziamenti Piano nazionale di ripresa e resilienza, poi chi lo pagherebbe il progetto?» «In più non hanno ancora avvisato i cittadini che saranno soppresse delle linee- ha aggiunto- insomma c’è una carenza di organizzazione e di capacità di gestire questi nuovi progetti».

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