La Corte d’Appello di Bari ha condannato il Ministero dell’Interno a risarcire il Comune di Bari con 20mila euro, oltre rivalutazione e interessi, per le condizioni degradanti e lesive dei diritti fondamentali riscontrate per anni nel Centro di identificazione ed espulsione (Cie) di Bari-Palese.
La sentenza
La sentenza arriva al termine di un lungo percorso giudiziario iniziato nel 2012, quando gli avvocati Luigi Paccione e Alessio Carlucci avviarono un’azione popolare in sostituzione del Comune, denunciando il grave danno arrecato all’identità storica e sociale della città ritenuta offesa a causa delle condizioni disumane all’interno del Cie.
La Corte ha riconosciuto che la gestione del centro non ha compromesso direttamente l’immagine turistica o economica di Bari, ma ha violato principi fondamentali dello Statuto comunale, fondati su accoglienza, solidarietà e rispetto della dignità umana.
Secondo i giudici, si tratta di un vero e proprio «danno identitario», aggravato dal profondo impatto emotivo e simbolico che la vicenda ebbe sulla comunità barese attraverso le notizie sui media.










