I mercati baresi fanno i conti con un lento ma costante impoverimento. È quanto emerso in commissione Sviluppo Economico, dove il presidente, nonché consigliere comunale, Nicola Loprieno, ha chiesto all’assessore al ramo, Pietro Petruzzelli, un quadro aggiornato sullo stato di salute dei mercati settimanali e giornalieri della città.
La situazione
Le cifre confermano un trend negativo: il mercato del lunedì in via Portoghese è passato da 267 a 208 stalli occupati, mentre a Carbonara, in via Vaccarella, a fronte di 30 postazioni messe a bando solo due sono state le nuove richieste di occupazione. Qui, oltre alla perdita di operatori, incidono problemi strutturali: la copertura in plexiglas crea un effetto serra che compromette la merce già in primavera, e servono risorse per nuovi interventi.
La crisi dei mercati settimanali, spiega l’assessore Petruzzelli, è soprattutto economica: la concorrenza dell’online e del tessile a basso costo rende sempre meno conveniente presidiare gli stalli. Bari resta una delle poche città pugliesi con dieci mercati attivi tra giornalieri e settimanali, ma molti sono in sofferenza. A via Viterbo si punta a liberare l’area degli «spuntisti» per creare un parcheggio destinato a operatori e utenti, anche in vista dei lavori del «Brt».
I mercati giornalieri
Le criticità toccano anche i mercati giornalieri, seppure in misura diversa. «Santa Scolastica», tra i più vitali, necessita però di una manutenzione continua: entro fine anno saranno sostituite serrande usurate e risolti problemi di infiltrazioni. A quello di corso Mazzini occorrono interventi sull’illuminazione e sulla gestione del parcheggio, mentre il mercato coperto dell’ex «Manifattura Tabacchi» ha visto scendere gli stalli occupati a 88, con parte degli operatori destinati a spostarsi verso via Nicolai.
Situazione particolarmente difficile a San Girolamo, dove sono rimasti 5-6 rivenditori e tornano segnalazioni di infiltrazioni e cupole danneggiate, e a Santo Spirito, mai decollato anche a causa dei lunghi lavori sul lungomare. A Iapigia gli stalli occupati sono scesi da 67 a 56, mentre il mercato di «S. Antonio» registra appena 20 postazioni attive su 110 e richiederebbe un restyling complessivo per consentire anche un rilancio delle varie attività commerciali.
La soluzione?
Per Petruzzelli la via d’uscita passa dal ritorno ai Consorzi dei commercianti. Una soluzione divisiva, riconosce l’assessore, ma capace di trasformare i mercati in veri “mercati europei”, valorizzando le attività, intercettando fondi e incentivando aperture pomeridiane. «Alcuni operatori si rifiutano, ma ampliare l’orario potrebbe aiutarli a competere con la grande distribuzione, riducendo il divario con i supermercati aperti fino a sera», osserva. L’obiettivo è invertire la rotta e restituire ai mercati un ruolo centrale nella vita dei quartieri.










