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Bari Cronaca

Bari, bengalesi le vittime preferite dei criminali nordafricani: gli aggressori sono soprattutto minorenni

Sono gruppi appartenenti alla microcriminalità nordafricana a terrorizzare, da settimane, le piazze del Libertà e del Madonnella. Si tratta in gran parte di minori non accompagnati, di varie etnie, ospiti in vari centri di assistenza. Qualcuno arriva anche dalla provincia e le vittime privilegiate sono i bengalesi.

Il perché è presto spiegato. «Oltre a essere un popolo pacifico, sono gli unici che lavorano – spiega un operatore da sempre vicino al mondo dei migranti – I bengalesi sono gli unici che tra paga e mance, a fine turno nei ristoranti, hanno disponibilità economica. Questo li fa diventare vittime predilette di rapine e al rifiuto di consegnare i soldi, scatta l’aggressione fisica che, in qualche caso, sconfina in accoltellamento».

Le baby gang

A Bari un gruppetto di migranti, tutti minorenni, «si è messo in testa di fare i bulletti di quartiere e di terrorizzare le piazze. Il motivo è sempre lo stesso: il crack. Se non hanno soldi per pagarlo, arraffano ciò che possono», prosegue la fonte.

Diverso il comportamento dei nordafricani adulti, quelli dipendenti dalle droghe. Se non guadagnano abbastanza, i fornitori di crack chiudono loro i rubinetti. Ciò comporta un aumento diffuso del loro nervosismo e si arriva alle risse al rifiuto di consegnare loro anche pochi spiccioli. Infine, non è escluso che ricorrano allo spaccio per assicurarsi la propria dose di droga.

La paura

Va, invece, ridimensionata la percezione di paura che i cittadini provano quando incontrano gruppi di migranti. Non tutti sono pericolosi. Proprio i bengalesi, l’etnia più debole, a fine turno di lavoro si danno appuntamento in un luogo specifico; sempre diverso individuandolo volta per volta attraverso chat create ad hoc per tornare a casa in gruppo e contrastare le aggressioni. Perché loro sì hanno paura: dei bulletti nordafricani e di chi potrebbe pararsi davanti in crisi di astinenza da sostanze stupefacenti.

Un problema sociale

«Le piazze devono essere vissute in modo virtuoso», disse il sindaco di Bari, Vito Leccese al margine del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica all’indomani della rissa in cui rimasero coinvolte 50 persone.

Riguardo al consumo di crack, il Sindaco assicurò l’introduzione di un dispositivo integrato con i servizi sociali per debellare il fenomeno. «Interventi tampone dopo anni di disinteresse locale», sostengono i residenti delle piazze teatro delle risse.

«La presenza dei migranti è una risorsa aggiunta – afferma Umberto – Fanno lavori, in cui ci si sporca tanto le mani, che noi italiani ormai rifiutiamo perché troppo pesanti. Ma serve dare loro non solo il lavoro, di solito sottopagato, ma creare le condizioni per la piena integrazione in Italia migliorando anche la qualità della loro vita. Ma visto cosa accade nel nostro paese forse dovremmo migrare altrove in massa».

Intanto il presidente della comunità bengalese a Bari farà partire questa mattina una richiesta d’incontro congiunto, «nel più breve tempo possibile», al Prefetto, al sindaco di Bari e agli assessori alle Politiche sociali e alla Sicurezza, per discutere e affrontare la grave situazione di violenza che ha visto coinvolti diversi cittadini della comunità. «Riteniamo utili, ma non esaustive le iniziative di repressione messe in atto – dice il presidente della comunità Kader Abdul – crediamo che questa grave situazione vada affiancata con iniziative sociali e prevedendo il coinvolgimento di associazioni e comunità migranti».

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