«Un sistema di corruttela radicato nel tempo, volto a soddisfare la bramosia e voracità (a tratti incontenibile e insaziabile) di denaro dei pubblici funzionari e degli imprenditori collusi». Allarma, ma per certi versi non sorprende, il quadro delineato dal gip del tribunale di Bari, Giuseppe Ronzino, nelle 660 pagine di ordinanza cautelare che descrivono i gravi vizi delle procedure di gara, all’interno della Asl di Bari nell’ultimo anno.
Lo scandalo
Vizi e corruzione, in un binomio scoperto dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Bari: un pugno di 10 uomini che, giorno e notte, hanno pedinato, osservato e ascoltato le conversazioni di un mondo nel quale gli appalti (anche quello per la realizzazione dell’ospedale di Monopoli-Fasano e per il reparto detentivo all’ospedale San Paolo) erano appannaggio di imprenditori amici, tra subappalti, affidamenti diretti, ma soprattutto con l’utilizzo strategico delle varianti che facevano lievitare i costi. In cambio, denaro, tanto, e regali (gioielli, borse griffate, lavori di ristrutturazione nelle abitazioni private).
Un anno di indagini, coordinate dal procuratore Roberto Rossi e la sostituta procuratrice Savina Toscani, concentrato e attuale (i reati venivano ancora perpetrati mentre il gip scriveva la misura), ma sufficiente per offrire uno spaccato allarmante della gestione del denaro pubblico, sperperato a danno dell’utenza tutta.
Gli arresti
All’alba di ieri sono finiti in carcere Nicola Sansolini, direttore responsabile della struttura complessa area gestione tecnica della Asl di Bari (fino al gennaio 2024) e poi dirigente dell’Uoc Ingegneria clinica; Nicola Iacobellis, responsabile dell’edilizia sanitaria della Asl Bari; Concetta, detta ‘Connie’ Sciannimanico, funzionaria dell’Uoc Area gestione tecnica della Asl Bari; Giovanni Crisanti, amministratore della Costruzioni Bioedili srl, Ignazio Gadaleta, legale rappresentante della Gadaleta Ignazio srl e Nicola Minafra, titolare della Falegnameria Moderna di Ruvo di Puglia (Bari). Ai domiciliari Paola Andriani, moglie di Nicola Iacobellis, Nicola Murgolo, legale rappresentante della Costruzioni Murgolo, Cataldo Perrone, titolare della Perrone Global Service srl, e Giuseppe Rucci, agente di rappresentanza e referente della Asl Bari della società Ism impianti servizi medicali srl.
Altre 7 le persone indagate: Rocco Ianora, direttore della struttura complessa Area gestione tecnica dell’Asl Bari; Federica Samela, funzionaria dell’area Gestione tecnica; l’imprenditore di Noci Donato Mottola, titolare della Dmeco engineering e coinvolto con Mario Lerario nello scandalo Protezione civile regionale (a loro si deve la genesi della nuova indagine); Francesco Girardi della G.Scavi di Acquaviva delle Fonti; Nicola Di Bitonto della Di Bitonto Impianti di Ruvo; Francesco Diaferia della E.S.A. di Corato; Vito Minafra dell’omonima ditta di Ruvo.
Le accuse
Ai sei in carcere il gip, su richiesta della Procura, ha contestato (oltre alla corruzione, al falso e alla turbativa d’asta, a vario titolo a carico anche dei 4 ai domiciliari) l’associazione a delinquere. «Il sistema – avverte il giudice – è ben lungi dal chiudere i battenti, sulla scorta delle pressioni per future tangenti, sulle promesse di incidere negativamente sull’assegnazione di future commesse pubbliche, nonché su ulteriori mazzetta in procinto di essere consegnate ai pubblici funzionari».
Non a caso, durante le perquisizioni di ieri mattina, ai funzionari sono stati sequestrati 250mila euro, altri 70mila agli imprenditori. Altro elemento di allarme è il fatto che le aziende coinvolte abbiano rapporti con altre amministrazioni, come ministeri, Prefetture, Città metropolitana, Comuni, Asl e Università. I tre funzionari sono stati intanto sospesi dal servizio dalla Asl.