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Bari finisce sul New York Times tra “malamovida” e overtourism: «La città rischia di perdere la sua autenticità?»

La Puglia, e in particolare il suo capoluogo Bari, finisce sotto i riflettori del New York Times. Un lungo articolo firmato da Patricia Mazzei descrive la trasformazione della città da semplice scalo a destinazione turistica emergente, evidenziando le opportunità ma anche i timori legati al rapido sviluppo.

Al centro del successo c’è l’iniziativa di Antonio Maria Vasile, responsabile degli aeroporti pugliesi, che due anni fa ha iniziato a tessere relazioni dirette con gli Stati Uniti. Il suo obiettivo era convincere le compagnie aeree a puntare su Bari anziché su Napoli o la Sicilia, sostenendo che il capoluogo offriva una ricca cultura, storia e cucina degne di essere scoperte. «Non vogliamo essere relegati al Sud», ha affermato Vasile, riferendosi ai pregiudizi radicati in Italia verso le regioni economicamente più svantaggiate del Mezzogiorno.

I suoi sforzi hanno dato i primi frutti alla fine dello scorso anno, con l’annuncio dei voli diretti Neos tra Bari e l’aeroporto Kennedy di New York, un collegamento senza precedenti che inizierà la prima settimana di giugno e sarà operativo una volta a settimana fino a ottobre. Vasile vede questa apertura come una grande opportunità non solo per Bari, ma per tutta la Puglia, dagli agriturismi ai pittoreschi borghi marinari.

Da “sonnolenta” a meta ambita

Il New York Times ricorda come Bari, la città portuale sull’Adriatico, fosse un tempo considerata poco più di un punto di passaggio per le spiagge del sud Puglia o per i traghetti verso la Grecia. Il suo centro storico, «troppo sonnolento e poco raccomandabile», era persino off-limits per molti residenti.

Oggi la Puglia, con la sua costa mozzafiato, la splendida architettura e l’atmosfera rilassata, è diventata una destinazione estremamente popolare. Tra i visitatori abituali figurano celebrità del calibro di Madonna, Helen Mirren e Meryl Streep, e l’anno scorso la regione ha ospitato il vertice del G7 nel lussuoso resort Borgo Egnazia.

Ora anche Bari, con il suo lungomare lungo quindici chilometri e la tomba di San Nicola, sta beneficiando di questo crescente fascino, essendosi lasciata alle spalle i tempi della criminalità mafiosa. «Questo grande richiamo turistico ha fatto riscoprire ai baresi un po’ di orgoglio – ha commentato il sindaco Vito Leccese -. Più turisti arrivano, più ci sentiamo importanti, perché significa che la nostra città è amata».

I costi del successo

Eppure, tra i residenti serpeggia anche il timore che Bari, sebbene non ai livelli di Firenze, Roma o Venezia, possa essere «invasa» dal turismo di massa, o comunque profondamente rimodellata da esso. Una città che ha solo di recente ricostruito la propria identità rischia ora di perderla?

Un effetto immediato è l’aumento vertiginoso degli affitti in centro città, con molti proprietari che hanno convertito gli immobili in affitti a breve termine. Ciò ha costretto anziani con redditi fissi e studenti delle due università cittadine a trasferirsi più lontano. Proprio questi ultimi rappresentano la fascia demografica che le autorità locali vorrebbero trattenere per invertire la decennale “fuga di cervelli” che ha colpito l’Italia, specialmente il Sud, con i giovani in cerca di migliori opportunità lavorative altrove.

«Bari è vista come una meta di passaggio e poi di partenza – ha osservato Mery Coppolecchia, studentessa di scienze politiche di 22 anni -. Ed è un peccato, perché se non ci restano laureati e studenti, chi ci resta?». Gabriele Tedesco, studente di giurisprudenza di 21 anni, ha aggiunto che il turismo «non è qualcosa di stabile» e che molti lavori nel settore alberghiero sono stagionali o sottopagati, non potendo «sostenere, nemmeno a lungo termine, l’economia di una città».

Le sfide infrastrutturali e la tutela dell’autenticità

Secondo Maria Grazia Cito, ricercatrice e docente a contratto in economia applicata e turismo a Bari, affinché il turismo possa alimentare uno sviluppo economico sostenibile, le amministrazioni locali dovrebbero investire anche nel trasporto pubblico a beneficio di residenti e imprese. «I residenti dovrebbero venire prima di tutto», ha avvertito, altrimenti la città potrebbe perdere il suo carattere e diventare «come Disneyland», priva di autenticità.

Le autorità baresi sono consapevoli delle sfide. «Se vuoi noleggiare una Ferrari negli aeroporti pugliesi, non c’è problema – ha ironizzato Vasile -. Il problema è trovare un autobus».

Nonostante le difficoltà, il romanziere ed ex procuratore antimafia Gianrico Carofiglio si dice ottimista sul futuro di Bari, ricordando come da ragazzo evitasse certi quartieri infestati dalla criminalità, mentre oggi sua figlia può camminare al sicuro ovunque di notte. «La città è stata incredibilmente trasformata, sotto tutti i punti di vista», ha detto Carofiglio, citando più negozi, caffè, cultura (incluso un festival cinematografico annuale) e scrittori che ambientano le loro opere in Puglia.

La vita notturna è cresciuta a tal punto da generare anche qualche frizione: durante la recente festa di San Nicola, alcuni residenti di Bari Vecchia hanno lanciato secchi d’acqua dai balconi per disperdere centinaia di giovani festaioli che ballavano e cantavano in strada.

Bari Vecchia, un tempo sotto il controllo di clan criminali, è ora la parte più radicalmente cambiata della città, con tour a piedi che attraversano le sue due grandi chiese, la Cattedrale e la Basilica di San Nicola. Residenti e turisti fanno la fila per la focaccia barese, mentre le donne vendono le tradizionali orecchiette in via Arco Basso, nonostante occasionali accuse di vendita di prodotti preconfezionati e repressioni contro ristoranti che acquistano pasta non tracciabile.

Per ora, il direttore dell’aeroporto Vasile sa che la maggior parte del turismo barese si concentra nei mesi più caldi, a differenza di Roma e Venezia. Il rallentamento invernale è tale che molti negozi di souvenir nel centro storico erano ancora chiusi negli ultimi giorni della stagione. Tuttavia, Vasile si lascia andare a immaginare un futuro in cui Bari diventi una meta turistica per tutto l’anno. I voli da New York, spera, potrebbero essere solo l’inizio. «Abbiamo preso coscienza di nuove possibilità», ha concluso.

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