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A Bari esperti e istituzioni a confronto sul Pnrr, l’Anci Puglia: «I Comuni stazioni appaltanti efficienti»

Istituzioni a confronto, a Bari, per fare il punto sullo stato di attuazione dei progetti finanziati dal Pnrr a circa otto mesi dalla scadenza fissata per il 30 giugno del 2026.

Nella sede dell’Università degli studi “Aldo Moro” di Bari, il convegno “L’ultimo miglio del Pnrr” ha riunito esperti e amministratori locali nell’ambito del percorso formativo promosso dalla Ragioneria generale dello Stato – ministero dell’Economia e delle finanze e da Anci Puglia, per supportare i Comuni nell’attuazione del Pnrr e nell’implementazione dei dati progettuali sulla piattaforma Regis.

All’evento hanno partecipato, tra gli altri, il rettore dell’Università di Bari Roberto Bellotti, la presidente di Anci Puglia Fiorenza Pascazio, il direttore generale Area Sud adriatica Ragioneria territoriale dello Stato per le province di Bari e Bat, Giuseppe Mongelli, e l’assessore alla Cura del territorio del Comune di Bari, Domenico Scaramuzzi.

«Siamo in prossimità della scadenza – ha detto Mongelli – e c’è quindi l’esigenza di verificare lo stato dell’arte della progettualità affinché emergano i progetti più critici per consentire al decisore politico eventuali piani di rimodulazione».

Per la presidente di Anci Puglia, Fiorenza Pascazio, «molti progetti che abbiamo visto avviare due anni fa oggi sono conclusi, sono opere che abbiamo consegnato alle nostre comunità o, in altri casi, sono in fase molto avanzata. I Comuni hanno dimostrato di essere tra i più efficienti, come stazioni appaltanti del Pnrr. Ci sono riusciti nonostante le grandi difficoltà che proprio noi di Anci Puglia avevamo attenzionato sin dall’inizio di questo percorso».

Pascazio ha evidenziato che «nella stragrande maggioranza dei casi si rispetterà la scadenza del 30 giugno 2026. Ci sono anche delle situazioni delle eccezioni, ma generalmente sono dovute a grandi criticità incontrate lungo la strada oppure ad amministrazioni che non ce l’hanno fatta. Mi risulta – ha spiegato – che rispetto a tutte le altre amministrazioni dello Stato, come i ministeri, i Comuni siano quelli che dall’inizio hanno sempre mantenuto la più alta percentuale di avanzamento della spesa sul Pnrr».

Quanto alle criticità, la presidente di Anci Puglia ha sottolineato che «quella più grande era legata al sistema di rendicontazione Regis, che oggi abbiamo imparato a conoscere e metabolizzare. Prima di partire c’è stato anche il grandissimo problema dell’anticipazione dei fondi. In questa fase dobbiamo mettere sistema i tantissimi dati per la rendicontazione e portare a casa la chiusura dei cantieri».

Scaramuzzi ha affermato che «a Bari abbiamo centinaia di milioni di euro di finanziamenti con cui stiamo trasformando la città. I progetti sono tutti sotto controllo, quasi tutti procedono a gonfie vele verso l’obiettivo della conclusione dei lavori prima dell’estate 2026. Qualcuno è molto più avanti, come nel caso delle scuole, molte delle quali saranno completate entro i primi mesi del 2026, altri progetti stanno arrivando alle fasi terminali. Il Comune – ha precisato – porterà a compimento tutte le opere, a prescindere dalla fonte di finanziamento».

Quanto al parco costiero Costa Sud, Scaramuzzi ha spiegato che «quattro lotti sono già cantierizzati e procedono, su due (Torre Carnosa e Punta Perotti) scontiamo ritardi legati alle procedure di esproprio, ma non abbiamo problemi perché il ministero ci ha già dato una proroga di un anno».

L’università Aldo Moro di Bari, dal Pnrr, ha ottenuto «oltre 143 milioni di euro di finanziamento», ha spiegato il rettore Roberto Bellotti. «Stiamo seguendo tutte le fasi progettuali con un’unità di monitoraggio che si riunisce una volta a settimana e siamo molto ottimisti sugli esiti», ha aggiunto. «La criticità più grande nel sistema universitario – ha proseguito il rettore – è legata alle opere edilizie, alla capacità di progettare e costruire nuove strutture come aule o laboratori con progetti che durano complessivamente tre anni. Questo è il tema caldo, su alcune cose siamo un po’ in ritardo su altre stiamo lavorando, però complessivamente siamo ottimisti».

Bellotti ha anche ricordato che, complessivamente, «i finanziamenti alla ricerca con il Pnrr sono stati i più importanti per quantità dal dopoguerra, hanno investito il sistema universitario con una quantità di risorse inimmaginabile e questo ha portato numerosi vantaggi, come la possibilità di reclutare nuovi ricercatori, anche se a tempo determinato, e costruire laboratori e infrastrutture. Adesso – ha concluso – c’è un tema molto importante, la corretta rendicontazione, una grande complessità gestionale a cui stiamo cercando di far fronte. La scommessa è il post 2026, ovvero capire quanto di tutto questo continuerà a essere fruibile dagli studenti e dal personale docente nel futuro».

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