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Bari, edifici moderni e contemporanei da tutelare: i dubbi di ingegneri e costruttori

La tutela che il Comune di Bari ha deciso di mettere su 205 immobili di architettura moderna e contemporanea, all’Ordine degli Ingegneri e all’Associazione nazionale costruttori edili va quanto meno un po’ stretta. O meglio ci sono una serie di interrogativi che i professionisti in questione si pongono, non ultimo capire quale commissione di esperti abbia deciso di vincolare questi immobili e soprattutto in base a quali criteri.

«Il Comune sta facendo passare quest’operazione come una variante al Piano regolatore di tipo semplificato. Le varianti al Prg – afferma il presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Bari, Carlo Contesi – possono essere quelle ordinarie e quindi segue tutta la trafila, passano alla Regione, devono essere approvate e poi adottate, invece la variante semplificata viene soltanto notificata alla Regione. Dal Comune sostengono che in questo caso si tratta di una variante semplificata e invece non lo è perché incide pesantemente sull’utilizzo dell’edificato esistente, quindi non è secondo noi una variante semplificata. Secondo punto: dicono che devono vincolare gli immobili di edilizia contemporanea ma così non è, perchémolti sono anteriori al Novecento o sono di inizio del secolo scorso. Mentre invece esiste una legge che è il codice Urbani sui beni culturali e c’è un ente che è preposto, in particolare la Soprintendenza ed è suo compito decidere se un immobile è degno di tutela o meno. E non la legge regionale citata da questo provvedimento.

Poi un altro aspetto – conclude Contesi – possiamo essere d’accordo che un immobile venga tutelato perché degno di tutela, ma in ogni caso bisogna mettere al corrente il proprietario. Cioè devi notificare al singolo proprietario che si sta procedendo al vincolo e lui deve avere la possibilità di controdedurre. Questo non è stato fatto, ma solo una comunicazione a noi e una pubblicazione sul sito».

Sulla stessa linea il presidente di Ance Bari-Bat, Nicola Bonerba. «Ha destato un certo stupore il considerevole numero di opere oggetto della proposta. Si è passati da un primo elenco di 47 schede a un secondo di 76 opere ubicate nella città di Bari, per arrivare all’elenco della proposta in oggetto che vede ben 205 opere». Un dato che secondo Bonerba incuriosisce ma desterebbe anche qualche preoccupazione «Poiché alcuni di questi immobili di recente individuazione potrebbero essere interessati, proprio perchè mai presi prima in considerazione dal punto di vista della tutela, da investimenti e progetti imprenditoriali per la loro trasformazione». I presidenti Bonerba e Contesi auspicano che comunque si possa organizzare quanto prima un confronto pubblico e che l’amministrazione si metta «in ascolto di tutte le voci ed esigenze pertinenti».

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