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Bari, è emorragia di tifosi: spettatori in calo rispetto alla Serie D

Il Bari perde l’imbattibilità casalinga, ma anche i suoi tifosi: una doppia ferita che fa male, soprattutto a causa della costante emorragia di presenze al San Nicola. Disatteso l’appello lanciato alla vigilia della gara con il Messina dal presidente del Bari, Luigi De Laurentiis: «L’unica cosa che ci manca veramente è il pubblico e questo mi rammarica perché è un anno difficile e la squadra ha bisogno del suo tifo». Parole svanite nel vuoto desolante dello Stadio domenica pomeriggio, dove erano presenti appena 5283 sostenitori biancorossi, compresi i 430 possessori dei mini abbonamenti. Tra un’azione e l’altra, in alcuni frangenti del match, era addirittura possibile distinguere dagli spalti le urla dei calciatori in campo. Una cornice non all’altezza della prima in classifica, nel momento in cui si entra nella fase decisiva del campionato. Il dato spettatori della gara con i siciliani è il quarto peggiore da inizio stagione. Il record negativo resta quello dei 3878 paganti all’esordio con il Monterosi. Solo un fuoco di paglia il «priscio» ritrovato in occasione del derby con il Foggia, quando il fascino dell’incrocio con i satanelli di Zeman portò al S. Nicola 20431 tifosi, permettendo di stabilire il picco di presenze nel campionato ’21-’22. Un’eccezione che purtroppo ha confermato la regola di un trend molto deludente: finora dopo dodici partite casalinghe si registra una media di 7787 presenze. Si tratta di oltre il 30% in meno rispetto alla stagione della Serie D. Nel campionato 2018-2019 furono infatti circa 10500 gli spettatori che affollavano in media ogni domenica l’impianto sportivo barese, compresi i 7680 abbonati. Ancora più impietoso il raffronto con il primo anno in C (2019-2020) che fece registrare una media di oltre 12mila spettatori prima dell’interruzione per Covid.

Diverse le cause della pesantissima contrazione di pubblico: all’appello mancano i gruppi della tifoseria organizzata che, dopo la riduzione della capienza degli stadi dal 75 al 50%, decisa dal decreto legge di fine 2021 a causa dello scoppio della quarta ondata del virus, sono tornati a disertare gli spalti. Una forma di protesta contro le restrizioni del governo che secondo gli ultras li penalizzerebbe, esponendoli facilmente a provvedimenti disciplinari. Un’assenza non indifferente dal punto di vista numerico, potendo contare su circa due, tre mila unità, e che incide negativamente anche sulla gestione complessiva del tifo all’interno del S. Nicola. La mancanza degli ultras si fa sentire sotto ogni punto di vista.
A condizionare negativamente la scarsa affluenza ci sono anche motivi di ordine economico: molti tifosi lamentano il costo dei biglietti, che oscilla tra i 14 e i 18 euro, rispettivamente per Curva Nord e Tribuna Est, i settori più frequentati. Proprio per andare incontro ai supporter durante l’anno la società aveva introdotto sconti del 20% per i possessori della SSC Bari Fan card, avviando prima di Natale una seconda campagna di mini abbonamenti valida per le gare casalinghe del girone di ritorno. Iniziativa poi interrotta per la recrudescenza della curva epidemiologica sotto la spinta della variante Omicron. Solo 430 le tessere vendute. «Non appena le condizioni del Paese miglioreranno sicuramente prevederemo mini abbonamenti per agevolare i tifosi», il recente annuncio del patron De Laurentiis.
Da non trascurare poi gli effetti proprio del Covid e del Green Pass sulle presenze: nel periodo di picco della quarta ondata a Bari si stimava in media un positivo ogni 32 abitanti, con oltre 10mila contagi e 8mila nuclei familiari in isolamento secondo i dati pubblicati sul sito del Comune di Bari. Trend che fortunatamente negli ultimi giorni è in controtendenza, con una netta diminuzione dell’incidenza di nuovi casi.
Nel novero delle possibili cause della «crisi del tifo» c’è anche lo scarso feeling «congenito» di una parte della piazza con il progetto avviato dalla famiglia De Laurentiis quattro anni fa. Non solo per le incognite sul futuro legate al tema della multiproprietà.
Complessivamente le ricadute economiche dell’assenza di tifosi nell’ultimo biennio si traducono nell’ordine di circa 6-7 milioni di euro di mancati incassi. Un dato che ha contribuito alle perdite di circa 4,3 milioni messe a bilancio nella stagione 2019-2020 e che molto probabilmente inciderà pesantemente sul bilancio dell’anno 2020-2021, caratterizzato da un intero campionato a porte chiuse, e su quello della stagione in corso.
«Il Bari ha passato un inferno negli ultimi tre anni, ma abbiamo sempre investito 10 milioni stagione, non lasciando nulla indietro», ha evidenziato De Laurentiis nell’ultima conferenza stampa, rimarcando gli sforzi compiuti nonostante gli effetti della crisi pandemica.

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