Dopo il caos scoppiato negli ultimi giorni, tra prese di posizione, provocazioni e accuse che hanno visto protagonisti i residenti del quartiere Umbertino, ormai esausti, l’amministrazione e i tanti ragazzi che animano la movida barese, il sindaco Leccese torna sulla questione e fa un passo indietro. Nelle giornate di festa dedicate a San Nicola, centinaia di giovani hanno “invaso” il centro della movida con balli e musica fino all’alba scatenando, ancora una volta, la rabbia degli abitanti del rione.
«È questa la libertà?», chiedeva Leccese annunciando un’azione coordinata con tutte le forze dell’ordine nella zona dell’Umbertino, «perché se qualcuno pensa di scambiare la socialità con il caos si sbaglia di grosso». Mentre i residenti minacciavano provvedimenti legali contro il Comune. Ieri, un nuovo capitolo della saga, con il primo cittadino che fa dietrofront affermando «di aver usato un tono troppo perentorio» e Mauro Gargano, presidente del comitato di salvaguardia della zona Umbertina, che accusa l’amministrazione di aver dimenticato le proprie responsabilità.
Il dietrofront del sindaco
«Capisco l’amarezza e la rabbia di chi si è sentito colpito dalle mie parole – scrive il primo cittadino – Non era mia intenzione puntare il dito contro i giovani che cantano, ballano o si divertono», sottolineando che «a noi, a me, la cosiddetta movida piace». Leccese, però, non giustifica l’aver «convocato via social una vera e propria festa» con tanto di cassa acustica e musica a tutto volume fino alle prime ore del mattino perché, spiega, «Questa non è movida». Un’azione che «mi ha messo spalle al muro, costringendomi a pensare di ritornare alle ordinanze e ai divieti che, sinceramente, non vorrei più emanare», aggiunge.
Precisazioni e promesse
Il sindaco del capoluogo fa poi una serie di precisazioni. La prima riguarda l’accusa di trascurare la necessità dei ragazzi di avere spazi d’aggregazione adeguati: «Questa amministrazione e le precedenti hanno aperto parco Rossani, parco Maugeri, il parco per tutti – evidenzia Leccese – E stiamo lavorando per aprire il lungomare di Santo Spirito, il parco della ex Fibronit, il parco Costa Sud. Non bastano, lo so, ma continueremo su questa strada e ne cercheremo di nuovi».
E a chi incolpa l’amministrazione di aver rilasciato troppe licenze per bar e ristoranti nel corso degli anni, ricorda che «dal 1998 una legge dello Stato ha abolito le licenze» e dunque il Comune «non può impedire a nessuno di aprire un locale o decidere dove farlo aprire». Leccese propone quindi ti riprendere il lavoro iniziato attraverso le politiche della notte, lasciarsi alle spalle alle polemiche e guardare al futuro della città. «Non voglio tornare alle ordinanze, non voglio divieti, non voglio interventi della forza pubblica – assicura – Voglio che Bari rimanga una città viva, nel rispetto dei diritti di tutti».
La replica dei residenti
Non si è fatta attendere la replica di Mauro Gargano, presidente del comitato dei residenti del quartiere Umbertino. Quest’ultimo si dice deluso dalle dichiarazioni del primo cittadino e torna a ribadire quanto sia sbagliato considerare quanto avvenuto «un mero “episodio”», come se la realtà quotidiana «fosse rose e fiori». Questo perché l’inquinamento acustico notturno «da tempo persiste nell’Umbertino» e benché il problema sia strutturale, «si continua a fare orecchie da mercante».
«L’amministrazione comunale dimentica le proprie responsabilità per non aver voluto, cocciutamente, disciplinare tali insediamenti – attacca Gargano – Il danno è stato fatto e a pagarne le conseguenze siamo tutti, residenti, ristoratori e frequentatori del territorio. Così non va».