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Serie B, tempo di bilanci in casa Bari: De Laurentiis vorrebbe ripartire da Magalini e Longo

Da un lato, in città, serpeggiano frustrazione, apatia, distacco, ‘nausea’, sentimenti accompagnati anche da una certa sensazione di smarrimento e incertezza sul futuro. Dall’altro, in casa Bari, prevalgono soprattutto delusione e amarezza, per l’aver mancato un obiettivo minimo ritenuto alla portata e fallito miseramente a causa di un percorso finale sul campo semplicemente disastroso. Il…
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(Foto di Tess Lapedota/Radio Selene)

Da un lato, in città, serpeggiano frustrazione, apatia, distacco, ‘nausea’, sentimenti accompagnati anche da una certa sensazione di smarrimento e incertezza sul futuro. Dall’altro, in casa Bari, prevalgono soprattutto delusione e amarezza, per l’aver mancato un obiettivo minimo ritenuto alla portata e fallito miseramente a causa di un percorso finale sul campo semplicemente disastroso. Il day after del pareggio a reti bianche contro il Sudtirol, ultimo atto del campionato di Serie B 2024-25, che ha sancito l’esclusione della squadra biancorossa dai playoff, è un mix di emozioni, in alcuni casi contrastanti. Il nono posto con il quale è andata in archivio la stagione viene considerato dai tifosi l’ennesimo capitolo di un fallimento tecnico dopo quello del torneo 2023-24, ovviamente al netto di sfumature ben distinte fra loro, suscitando la voglia di azzerare tutto per dare spazio a nuovi protagonisti. Un punto di vista che risulta diametralmente opposto a quello dei vertici societari, mossi, al contrario, da uno stato d’animo più equilibrato. Il tempo è quello delle riflessioni: l’obiettivo è cercare di analizzare non di ‘pancia’, bensì con lucidità, i frame di un film dall’epilogo infelice, ma dai contenuti ritenuti positivi.

Le decisioni

La sensazione, come insegna anche la storia recente della gestione De Laurentiis a Bari, è che prima si farà decantare la delusione. Trascorsi un po’ di giorni, verosimilmente verso metà della prossima settimana, si passerà al confronto tra la dirigenza e tutti gli attori protagonisti della stagione. Attesi faccia a faccia tra l’amministratore unico Luigi De Laurentiis, il direttore sportivo Magalini, il suo vice Di Cesare e l’allenatore Longo. Sul tavolo finirà l’esame della gestione tecnica, allo scopo di prendere coscienza degli errori commessi e mettere nero su bianco un piano per migliorare il lavoro portato avanti negli ultimi dieci mesi, con i dovuti correttivi. Al momento l’indirizzo societario, un po’ a sorpresa, sembra orientato a voler scongiurare l’ennesima rivoluzione tecnica, che sarebbe la seconda in due anni, puntando alla continuità. Si tenterà dunque di trovare la massima convergenza sui programmi, partendo però dalla volontà di confermare in blocco ds e tecnico, entrambi con un altro anno di contratto. Al momento sembra che solo una netta divergenza di vedute, sull’indirizzo tecnico da adottare e, ovviamente, sulle risorse a disposizione, possa portare ad una modifica o ad uno stravolgimento dell’attuale organigramma tecnico-sportivo.

I limiti

Sotto esame finiranno i fattori che probabilmente hanno giocato un ruolo decisivo in negativo: l’assenza di leadership, soprattutto nei momenti topici del campionato; la fragilità sul piano della personalità; il motivo dei crolli inspiegabili dei secondi tempi e l’incapacità di alzare l’asticella, fallendo puntualmente ogni banco di prova. Particolare attenzione verrà poi dedicata alla gestione dello spogliatoio che, per lo meno a giudicare dal crollo della squadra avvenuto negli ultimi due mesi e dalla grave discontinuità in termini di prestazioni e risultati, ha senza dubbio manifestato delle falle, forse fatali per mantenere i cosiddetti equilibri.

Le incognite

L’attuale situazione della rosa, con 18 calciatori di proprietà per lo più frutto di rientri da prestiti (Pissardo, Manzari, Tripaldelli, Pereiro, Dorval, Maita, Vicari, Mané, Matino, Achik, D’Errico, Lulic, Faggi, Scheider, Onofrietti, Lops, Akpa-Chukwu e Sibilli) e 14 prestiti, dei quali 9 secchi e dunque da rinegoziare, obbligherà ancora una volta a ripartire praticamente da zero, senza alcuna garanzia sul piano economico. Fa specie in tal senso la giravolta di Magalini che nella conferenza stampa del 30 aprile disse «certo che il prossimo anno partiremo da una base superiore rispetto a quest’anno» e che invece dopo la Sudtirol-Bari ha osservato come «non si partirà da «una situazione fortificata», proprio in riferimento ai tanti punti interrogativi dell’attuale rosa.

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