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Bari, Crosetto chiude “La Ripartenza”: «La Difesa è lo scheletro della Repubblica»

Difendersi non è un istinto: è cultura. E come ogni cultura, va insegnata, spiegata, preservata. Ieri sera, il Teatro Petruzzelli ha ospitato uno degli incontri più densi de La Ripartenza: quello tra Nicola Porro e il ministro della Difesa Guido Crosetto. Il titolo era semplice: “Difendersi”. Ma dietro quell’unica parola, si è aperta una discussione che ha toccato equilibri geopolitici, paure collettive, scelte difficili, spesso fraintese da chi pretende pace senza capire cosa la renda possibile.

Sotto assedio

Crosetto ha parlato senza infingimenti. «Non mi sento sotto assedio», ha detto. Ma è evidente che i suoi avversari, politici, giornalistici, istituzionali, lo considerano un corpo estraneo. Perché? «Perché non ho debiti con nessuno», ha risposto. E perché rappresenta quella quota di politica che parla chiaro e si prende la responsabilità di scelte impopolari. Il ministro non ha solo parlato di eserciti e bilanci. Ha raccontato un’Europa divisa: da un lato i Paesi dell’Est e Scandinavia, dove si costruiscono cimiteri in previsione del peggio; dall’altro i Paesi come il nostro, che ancora si illudono che la guerra sia un problema di altri. «Non accadrà», ha detto Crosetto, parlando di un’eventuale invasione russa in Europa occidentale. Ma ha aggiunto subito: «Non accadrà se hanno paura». È questa la logica della deterrenza: non mostrare debolezza.

I segnali

È il punto più difficile da digerire per un’opinione pubblica che da anni ha disimparato a pensare in termini strategici. Eppure la guerra in Ucraina, i focolai in Medio Oriente, la crescita demografica esplosiva del continente africano sono tutti segnali che impongono una riflessione adulta. «Non stiamo costruendo la difesa per oggi – ha detto il ministro – ma per chi verrà dopo di noi». Crosetto ha rivendicato con orgoglio alcune azioni troppo spesso ignorate dalla stampa: la missione di pace in Ucraina condotta dal cardinale Zuppi con la scorta italiana, la nave Vulcano mandata in Egitto per curare i feriti palestinesi, gli aiuti transitati dalla Giordania verso Gaza. «Nel momento in cui tutti pensano alla guerra – ha detto – l’Italia è l’unico Paese che ha usato le forze armate per portare sollievo».

I numeri

A chi lo accusa di voler militarizzare il Paese, Crosetto risponde con numeri concreti: la maggior parte della spesa in difesa va a stipendi, pensioni, innovazione tecnologica. Non a bombe. «Possiamo fare polemica su tante cose, ma non sulla Difesa in questo momento. Senza Difesa non c’è istituzione: è lo scheletro del nostro Paese. L’istituzione è quella parte del paese che presidia la legge, anche quando non vorrebbe come uomo»

Una visione pragmatica, ma anche umanista. Perché crede che la politica vera sia quella che pianta alberi sotto cui si siederanno altri. E che l’unica guerra che si può vincere, oggi, è quella contro la nostra incapacità di guardare lontano.

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