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Bari, corteo pro Pal contro le navi dirette a Israele: «Presto noto il contenuto»

Studenti e associazioni baresi scendono in piazza in sostegno al popolo palestinese. «A partire da agosto 2025 cinque navi cargo sono passate dal porto di Bari, secondo la rotta regolare di collegamento Bari-Gioia Tauro per le merci da e per Israele» fanno sapere le associazioni che nelle prime ore del pomeriggio sono partite da piazza Umberto per sfilare in corteo verso il varco Dogana del porto.

La manifestazione, a cui hanno aderito circa 200 persone, è organizzata da Assemblea per la Palestina, Potere al popolo, Usb, Cambiare Rotta e Osa. «A oggi, le autorità competenti non sono ancora state in grado di rispondere alle nostre richieste di conoscere il contenuto di tali navi, in partenza e in arrivo a Bari verso l’entità sionista che continua indisturbata nei sui progetti di genocidio e apartheid» incalzano, puntando il dito contro la «famosa tregua promossa da Trump» che «si è rivelata una farsa»

Il cessate il fuoco «è stato violato innumerevoli volte – aggiungono – Israele ha interrotto gli aiuti umanitari a Gaza e chiuso il valico di Rafah sostenendo sia stata Hamas a rompere gli accordi. Per questo – affermano – dobbiamo continuare ad alzare la voce e scendere in piazza». La città di Bari «ha dimostrato con le piazze piene di migliaia e migliaia di persone di non voler essere complice nel progetto genocidiario e di apartheid dell’entità sionista» concludono le associazioni.

Dal megafono sono stati scanditi anche i prossimi appuntamenti della mobilitazione: «A novembre saremo sempre in piazza a Bari – anticipano – il 22 novembre saremo a Taranto, il 29 a Grottaglie contro Eni, Leonardo e l’economia che rende possibile il genocidio».

Davanti al porto di Bari anche anche l’attivista della Global Sumud Flotilla, Antonio La Piccirella, che spiega: «Abbiamo chiesto più volte all’Autorità portuale e alla dogana di chiarire la natura del carico delle navi ma c’è un silenzio che parla solo». Piccirella sottolinea che «le navi partono mediamente ogni due settimane e trasportano, almeno in parte, trivelle utili per gli scavi orizzontali, che vengono usate per erigere muri».

Intanto è stata ricevuta da alcuni rappresentanti della dogana di Bari una delegazione dei manifestanti pro Palestina, che ha chiesto all’Autorità portuale e alla dogana stessa di conoscere il contenuto dei carichi delle navi dirette a Israele. «Ci hanno ricevuti – racconta La Piccirella – e ci hanno detto che la richiesta di accesso generalizzato è agli atti e che ci risponderanno entro trenta giorni». Per l’attivista si tratta di «un tempo molto lungo, inoltre la richiesta verrà gestita a Roma e non a Bari. In ogni caso ci comunicheranno il contenuto di tutti i container diretti ad Haifa e ad Ashdod», in Israele.

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