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Bari Cronaca

Bari, cinque persone arrestate per l’omicidio Telegrafo a Carbonara

Sarebbe riconducibile alla lotta di mafia tra i clan Di Cosola e Strisciuglio l’omicidio di Nicola Telegrafo, avvenuto il 28 maggio del 2015 nella piazza centrale del quartiere di Carbonara a Bari. È quanto ritengono gli investigatori della Polizia di Stato del capoluogo pugliese che oggi pomeriggio ha arrestato cinque persone, presunti mandanti ed esecutori, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Questi dovranno ora rispondere, a vario titolo, dei reati di omicidio doloso, porto e detenzione di armi e ricettazione, tutti aggravati dall’articolo 416 bis comma 1.

L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dalla Squadra mobile della Questura di Bari, ha accertato che l’omicidio di Telegrafo è maturato nell’ambito della faida sanguinaria che segnò, all’epoca, i clan mafiosi contrapposti dei Di Cosola, di cui avrebbero fatto parte le cinque persone interessate dalla misura cautelare, e gli Strisciuglio, di cui Telegrafo era reggente temporaneo, per la concomitante detenzione del vertice associativo.

Le indagini

Determinanti sono state, nel corso del tempo, le attività di intercettazione telefoniche e ambientali, le immagini acquisite il giorno dell’efferato omicidio, in piazza Umberto a Carbonara e le dichiarazioni di collaboratori di giustizia, tra cui anche quelle degli esecutori materiali del delitto, che hanno consentito di riscontrare e valorizzare molti degli elementi emersi, consentendo, tra l’altro, il rinvenimento dell’arma utilizzata per l’agguato e la precisa attribuzione delle responsabilità a tutte le persone colpite dal provvedimento. Le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, inoltre, sono state fondamentali, ritengono gli inquirenti, per accertare i ruoli e le singole responsabilità nell’omicidio.

Uno dei vertici del clan Di Cosola avrebbe avuto il ruolo di mandante, due dei suoi affiliati il ruolo di esecutori materiali, mentre una donna ed il suo compagno avrebbero fornito un contributo rilevante nella fase preparatoria del delitto. Sono indagati ma non stati colpiti da alcuna misura cautelare anche altre due persona, per la parte relativa all’omicidio, e il padre di uno degli esecutori materiali, per quanto attiene l’occultamento dell’arma utilizzata per il delitto.

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