Brutto, «velenoso», «cattivo», ma soprattutto vincente. Il Bari ha deciso finalmente di «sporcarsi» le mani, dando seguito sul campo al mantra che da tempo Moreno Longo stava ribadendo alla sua squadra per cercare di rompere il tabù del segno X e imprimere una svolta alla classifica. La più ‘sporca’ delle tre vittorie conquistate in campionato dai biancorossi potrebbe rivelarsi forse quella più ‘decisiva’ in rapporto al percorso di crescita dei pugliesi. Il successo maturato contro la Salernitana, nell’ultimo turno di Serie B, oltre al sesto posto in graduatoria, lascia in eredità molteplici indicazioni sull’evoluzione del Bari dopo le prime 13 giornate del torneo cadetto. Tra le questioni oggetto di analisi c’è anche un interrogativo, la cui risposta rischia di modificare in modo sostanziale la forma della traccia cristallina sull’identità di squadra portata avanti finora: i 3 punti messi in cassaforte all’Arechi attraverso il ‘cinismo’ e una partita di grande sofferenza (nel secondo tempo) possono rappresentare ‘paradossalmente’ un salto di qualità? Moreno Longo nel post gara ha lasciato intendere che non vi sia stata una strategia volta a lasciare l’iniziativa agli avversari, come invece era accaduto con lo Spezia. Lo stesso allenatore ha ammesso tuttavia che nella ripresa la squadra abbia concentrato tutte le proprie energie per difendere il doppio vantaggio acquisito nei primi 45 minuti, ‘trascurando’ consapevolmente la fase offensiva. ‘Al bando’ dunque l’estetica, sì invece ai muscoli, al carattere e alla compattezza, confermando, con 11 reti al passivo, una straordinaria solidità difensiva, seconda in Serie B solo allo Spezia. Dopo sei pareggi consecutivi, con in mezzo quattro rimonte subite, sembra essere questo il volto inedito del Bari ’24-’25, che non sconfessa affatto il credo del tecnico, ma al contrario ne rafforza l’anima sul campo e all’interno dello spogliatoio.
I tratti del nuovo volto
C’è un dato che segna un incredibile cambio di passo rispetto al recente passato: 2 tiri verso la porta, 2 gol, pari ad un’incidenza del 100% rispetto alle conclusioni pericolose. A fare da contraltare c’è ovviamente l’atteggiamento del secondo tempo, durante il quale il Bari si è asserragliato nella propria metà campo, con linee strettissime, in un raggio di non più di 20-25 metri, a ridosso della porta difesa da Radunovic. Proprio il portiere è stato tra i principali fautori del successo in terra campana, mettendo in copertina l’intervento super su Verde nel primo tempo, ‘sliding door’ della partita, gettando le basi per il raddoppio firmato, subito dopo, da Novakovich. Lo statunitense è salito a 3 gol in campionato, con due centri nelle ultime due gare.
Stesso numero di gol per Lasagna. In evidenza la prova di Simic, che dopo una sbavatura in marcatura nel primo tempo davanti a Radunovic, non ha più sbagliato un colpo, neutralizzando la fisicità degli attaccanti granata. Il difensore croato si candida così ad un ruolo di primo piano nel pacchetto dei tre centrali, in vista della fase più intensa del campionato.
Sulla scia di Conte
Qui è d’obbligo una premessa: l’analisi comparativa ha valore meramente statistico ed è finalizzata ad un’ulteriore iniezione di fiducia per il prosieguo della stagione: grazie al 2-0 rifilato a domicilio alla Salernitana, il Bari di Longo ha portato a 11 i risultati utili consecutivi. Si tratta della striscia positiva più lunga in Serie B dai tempi di Antonio Conte, che nel torneo cadetto 2008-2009 stabilì il record di 16 gare senza sconfitta, tra la 18a e la 32a giornata. Vi è una differenza sostanziale sulla natura del ‘record’, dal momento che la squadra trascinata dai gol di Barreto e soci, conquistò ben 10 vittorie decisive per la promozione in serie A.